Il consiglio regionale sul Piano Paesaggistico, interrotto per mancanza di numero legale, e la situazione dell’agricoltura in Campania, ad un punto critico per l’assenza di due anni dell’assessore al ramo. Il governo Renzi, il partito regionale ed uno sguardo particolare alla città di Napoli. Alcune riflessioni della consigliere regionale del Partito Democratico, Rosetta D’Amelio, intervenuta a margine della trasmissione Dentro i Fatti di venerdì sera.
Consigliere, Lei è appena rientrata da un pomeriggio intenso in regione dove si discuteva di Piano Paesaggistico.
Oggi siamo stati al consiglio regionale convocato dalle 13. Purtroppo è stato interrotto, dopo più di tre ore, per mancanza di numero legale perché non abbiamo partecipato al voto e la maggioranza, come si sa, non ha i numeri necessari per l’approvazione.Come sempre, nonostante difendono grandi interessi, non sono riusciti ad non avere i numeri. La seduta si è conclusa dopo la discussione di un primo articolo.
Tornando sulla norma regionale in materia di tutela e valorizzazione del paesaggio, qual è la posizione del PD?
Crediamo che la regione ha bisogno del piano paesaggistico, per questo eravamo disponibili a votarlo purché la maggioranza avesse stralciato l’articolo 15. Abbiamo chiesto di eliminare tale articolo in modo da avere lucidità, poi, per ragionare su problematiche che attengono zone sensibili come la zona Rossa o la fascia di costa da Castellammare ad Amalfi. Non possiamo permettere che si continua a costruire mascherando tale sanatoria generica per un piano paesaggistico.
Nel particolare del tema della serata, qual è la situazione dell’agricoltura?
Credo che sia un tema da valorizzare ancora di più perché, legato all’agricoltura, c’è la questione dell’agro-industria che in Italia rappresenta il 17% del PIL. È una cifra che lascia intendere come i nostri prodotti di eccellenza, le nostre produzioni agro alimentari e le eno-gastronomie, sono una risorsa straordinaria per il nostro paese, anche dal punto di vista dell’occupazione.
Com’è la situazione in Campania?
La nostra è una regione che ha grandi prospettive che non sono valorizzate appieno. Un esempio su tutti: noi siamo la prima regione d’Europa per produzione di castagne nelle aree interne e non ci siamo attivati quando una grave malattia, quale quella del cinipide, ha distrutto il 70% dei nostri castagneti negli ultimi due anni, mettendo in ginocchio centinaia di contadini e di industrie di trasformazione. Purtroppo, quando è stata affrontata la questione a livello nazionale, la regione Campania non era rappresentata perché siamo stati due anni senza assessore.L’unico dato sul quale insisto è che in piena recessione le uniche aziende che chiudono i bilanci in positivo sono quelle del comparto agricolo sia in Campania che in Italia.
Cambiando completamente argomento, da poco si è votato per il congresso regionale del partito. Qual è la sua analisi sulla situazione del PD in Campania?
Si è votato per il segretario regionale ma solo in questi giorni, dopo circa due mesi, ci sarà la prima assemblea regionale che dovrebbe eleggere gli organismi: direzione, presidente del partito e l’organismo di garanzia. C’è voluto un pò di tempo dovuto al fatto che in questa regione ci sono troppe divisioni secondo me. Adesso però dobbiamo ripartire, siamo alla vigilia di appuntamenti importanti tra i quali le elezioni europee. Una volta completati gli organismi dirigenti dobbiamo mettere in campo le idee per poter avere una buona affermazioni alle elezioni comunitarie.
Qual è la Sua idea su Renzi?
Io non l’ho sostenuto, ma devo dire che accolgo positivamente la spinta che ha dato a questo. Spero che mantiene gli impegni su quello che ha detto a cominciare dal dramma vero dell’occupazione. Credo che la coerenza dei conti che l’Europa ci chiede è importante ma ancor più importante è dare maggiori possibilità alle imprese in questo paese.
Infine voglio chiudere su Napoli. Negli ultimi tempi molti esponenti politici anche del Suo partito hanno espresso diverse posizioni sull’amministrazione della città e sul sindaco De Magistris. Che ne pensa?
All’inizio, quando De Magistris è stato eletto sindaco, pensavo che avrebbe ottenuto risultati importanti per la città. Ero entusiasta e pensavo che il Partito Democratico non era stato all’altezza di farsi capire dai napoletani cosa che è riuscita facile a De Magistris che lanciò un nuovo modo di comunicare, una democrazia partecipata. Oggi devo dire che quelle speranze dei cittadini sono state infrante e mal riposte. La città non ha subito un grande cambiamento ed oggi fa molta difficoltà anche sulle piccole cose. Ci sono tante cose da risolvere a Napoli, dalla viabilità alla raccolta differenziata, ma tra tutte i problemi si deve dar risposta ai problemi della quotidianità.