L’atmosfera è solenne, dopo l’incontro con il Santo Padre avvenuto presso la sala Clementina il 4 maggio u.s., il Papa nel suo discorso rivolto ai familiari, al comandante e alle nuove reclute: si è soffermato in modo particolare: «Rivolgo a tutti voi un cordiale benvenuto, in particolare alle reclute e ai loro familiari e amici che hanno voluto condividere questi giorni di festa. Saluto con deferenza i rappresentanti delle Autorità svizzere, venuti per questa circostanza. Voi, care Guardie, avete la possibilità di prestare servizio per un certo periodo a Roma, facendo una singolare esperienza dell’universalità della Chiesa. Possa questo tempo fortificare la vostra fede e accrescere il vostro senso di appartenenza alla comunità ecclesiale. La Guardia Svizzera svolge quotidianamente un prezioso servizio al Successore di Pietro, alla Curia Romana e allo Stato della Città del Vaticano. Si tratta di un lavoro che si colloca nel solco della perseverante fedeltà al Papa, che ebbe un momento qualificante in quel 6 maggio del 1527, quando i vostri predecessori sacrificarono la loro vita durante il “sacco di Roma”. Il ricordo dei quel gesto eroico è un costante invito a tenere presenti e realizzare le qualità tipiche del Corpo: vivere con coerenza la fede cattolica; perseverare nell’amicizia con Gesù e nell’amore verso la Chiesa; essere gioiosi e diligenti nei grandi come nei piccoli e umili compiti quotidiani; coraggio e pazienza, generosità e solidarietà con tutti. Queste sono le virtù che siete chiamati ad esercitare quando prestate il servizio d’onore e di sicurezza in Vaticano, come anche quando avete dismesso la divisa. Una Guardia Svizzera, infatti, è sempre tale, sia quando è in servizio sia quando è fuori dal servizio! È bello vedere un giovane come voi che dimostra attenzione agli altri, e che con premura è disponibile verso quanti sono nel bisogno. Non è sempre facile testimoniare questo atteggiamento, ma con l’aiuto del Signore è possibile. Pertanto non stancatevi di incontrare il Signore Gesù nella preghiera comunitaria e personale, nell’ascolto attento della Parola di Dio e nella partecipazione fervorosa all’Eucaristia. Il segreto dell’efficacia del vostro lavoro qui in Vaticano, come pure di ogni vostro progetto è, infatti, il costante riferimento a Cristo. Colgo questa occasione per rinnovare l’espressione della mia gratitudine all’intero Corpo della Guardia Svizzera Pontificia. Sono ammirato dalla disciplina, dal senso ecclesiale, dalla discrezione e dalla professionalità austera ma serena con cui svolgete ogni giorno il vostro servizio. Rendo grazie a Dio per i diversi doni che Egli vi elargisce e vi assicuro il mio sostegno e la mia preghiera perché possiate farli fruttificare. Anche voi, per favore, pregate per me e aiutatemi a servire la Chiesa anche con la vostra preghiera. La Vergine Maria, che onoriamo in modo speciale nel mese di maggio, e i vostri Santi patroni vi assistano e vi proteggano. Con questi sentimenti, di cuore imparto a ciascuno la Benedizione Apostolica, che estendo ai vostri cari e alla vostra patria».
Nel primo pomeriggio di oggi 06 maggio come da consuetudine, gli invitati formano una silenziosa coda per essere controllati e varcare il confine vaticano, alle 17.00, presso il cortile di San Damaso, ha inizio un evento particolare e molto sentito dalle autorità che volentieri si accomodano presso le tribune riservate per l’evento. Si tratta del giuramento di Trentadue reclute, 23 svizzero/tedeschi, 9 romandi. Le reclute che per almeno due anni presteranno servizio in Vaticano e a Castel Gandolfo, per garantire la sicurezza del Pontefice e dei suoi collaboratori. Il 6 maggio, si è la data ricordevole con l’ eroico sacrificio del 6 maggio 1527. La storia, ricorda che Il 6 maggio 1527, la Città Eterna venne attaccata dai lanzichenecchi dell’imperatore Carlo V., quest’evento è conosciuto come il “Sacco di Roma”. Durante questa invasione, gli svizzeri non avevano alcuna possibilità, anche se cercarono di resistere all’assalto. Delle 189 Guardie Svizzere Pontifice, ne sopravvissero solo 42. I quali, all’ultimo momento, riuscirono a portare il pontefice Clemente VII a Castel Sant’Angelo attraverso un passaggio segreto (“Passetto”) salvandogli la vita.
La cerimonia, raggiunge il culmine quando viene letta la formula del giuramento, letto dal cappellano, è ripetuto dalle nuove reclute nella versione ridotta, La mano sinistra serrata attorno alla bandiera tre dita della mano destra aperte e innalzate verso l’alto come a chiamare la Santissima Trinità a testimone della loro fedeltà: “Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente, il Pontefice regnante, Francesco e i suoi legittimi successori, di dedicarmi con tutte le forze, sacrificando, se necessario, anche la mia vita in loro difesa. Assumo gli stessi doveri nei confronti del Collegio Cardinalizio durante la vacanza della Sede Apostolica. Prometto anche al Comandante e agli altri Superiori rispetto, fedeltà e obbedienza. Così giuro, che Dio e nostri Santi Patroni mi assistono “.
Il giorno del giuramento è probabilmente il giorno più importante nella vita di una guardia. Quando giuriamo sulla bandiera della Guardia in armatura e uniforme di gran gala, giuriamo per la vita. Cosi anche oggi 06 maggio, dopo diversi secoli di tradizioni è stato rinnovato l’atto solenne del giuramento. Questo è il commento a caldo di una guardia svizzera.
Raffaele Fattopace