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SALES: “LA POLEMICA TRA SAVIANO E DE MAGISTRIS? E’ PARADOSSALE”

Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha sempre polemizzato con lo scrittore Roberto Saviano che si ostinerebbe a non riconoscere i progressi che sta facendo la città di Napoli nella lotta alla criminalità e anche il magistrato Catello Maresca ha trovato inopportune le parole di Saviano. Abbiamo chiesto al prof. Isaia Sales, studioso dei poteri criminali e docente presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli di Storia delle mafie di spiegarci il suo punto di vista:
“È una polemica paradossale, De Magistris fa una valutazione politica, e Saviano fa una valutazione artistica. Sbaglierebbero entrambi se ognuno si mettesse nei panni dell’altro. De Magistris non può chiedere a Saviano di raccontare la Napoli che cambia, ma Saviano non può impedire a De Magistris di raccontare una Napoli diversa da quella criminale, non dobbiamo mischiare le due cose”.

Ma anche Maresca, un magistrato impegnato nella lotta alla criminalità, ha polemizzato con Saviano.
“Una cosa è se persone intelligenti come Maresca parlano come cittadini, una cosa se parlano come intellettuali, si può mai chiedere a uno scrittore parla di questo e occupati di questo? Sono richieste che non hanno senso, ogni scrittore si ispira a quello che ritiene più opportuno”.

Però si ha l’impressione che quasi ci provi gusto Saviano a fare opera di distruzione ogni volta che parla di Napoli, noi come cittadini abbiamo l’impressione che si stiano facendo grandi progressi, e invece arriva lui a dire che non è cambiato nulla, che è tutto come prima, tra l’altro a Napoli oramai ci sta pochissimo quindi non la conosce nemmeno più…
“Anche di Raffaele La Capria si diceva che da Roma non poteva capire Napoli, a volte le persone che stanno fuori hanno uno sguardo migliore di quelle che ci vivono. Saviano è un personaggio mediatico per cui quando arriva a Napoli si parla solo di questo, non si deve chiedere a uno scrittore un giudizio sulla sua città. I giudizi di Saviano vanno presi per quelli che sono, si basano sulla giustizia della magistratura che non sono la realtà di Napoli. Napoli è conosciuta per grandi cose, positive e negative. È scontato che Napoli ha mille facce, nemmeno Saviano immagina che Napoli è solo Scampia, altrimenti non arriverebbero i turisti, ma uno scrittore è partigiano, parla di quello che gli interessa. È una persona che conosce Napoli attraverso le inchieste della magistratura, anche quelle fatte da Maresca, ma è chiaro che le inchieste della magistratura non rappresentano tutta la realtà di Napoli. Il giudizio sulle opere di uno scrittore deve essere solo artistico, valutarlo solo per quello, non per quello che rappresenta”.

Ma intanto la serie televisiva di Gomorra contribuisce a creare uno stereotipo, ad esempio il trailer che presentava Gomorra ai telespettatori della Sky americana mostrava delle immagini col panorama di Napoli, con la pizza, e poi diceva: pensavate che Napoli fosse questa, invece Napoli è quest’altra, e via immagini di sparatorie e violenze…
“Non attribuiamo a quello che Gomorra è per gli stati Uniti la realtà di Napoli, quando guardiamo un film su New York di Scorsese sappiamo che New York non è solo quella. Dovevamo dire che non esiste solo la New York di Scorsese ma anche quella di Woody Allen? Ma questo è scontato. Quando hanno fatto Il padrino, che considero il migliore film che ho visto, un boss ha raccontato che il giorno dopo è andato ad ammazzare tre persone, ma allora che facciamo, censuriamo certi prodotti come si faceva nelle dittature dell’est? Torniamo ai luoghi in cui la cultura blocca la politica? La Napoli criminale esiste ma è una minoranza, non è l’unica realtà di Napoli, è chiaro che Saviano scrive solo una parte ed è consapevole di farlo. Per farmi una opinione generale di Napoli non leggo Saviano perché non è un politico, ma uno scrittore”.

L’etnicizzazione che faceva Banfield parlando di familismo amorale non la fa anche Saviano nelle sue opere? Ad esempio in Gomorra descrive Annalisa Durante, la ragazzina uccisa da una pallottola vagante, come una ragazzina che ascoltava solo musica neomelodica e che aveva il destino segnato, la sua aspirazione era di sposarsi con un ragazzo, boss o killer, che la avrebbe mantenuta. Sembra invece che non sia così, che i suoi interessi erano altri e non è affatto detto che sarebbe stato questo il suo destino…
“Il confine tra realtà e finzione nella sua prima opera è difficile mentre nella serie televisiva è più netto il registro della finzione anche se parla di episodi veri ma d’altra parte quando leggiamo I miserabili di Hugo ci chiediamo se veramente Parigi era così? Mastriani, scrittore napoletano dell’800 era ossessionato dal tema della Napoli misera e criminale, non avrebbe dovuto scrivere nulla? Leggendo Romanzo criminale di De Cataldo uno pensa che Roma è solo la banda della Magliana? Quando uno scrittore decide di ispirarsi a qualcosa si ispira a un pezzo della realtà e noi che leggiamo sappiamo che è solo una parte”.

Ma secondo lei Napoli ha fatto dei passi in avanti?
“Sicuramente, Napoli è migliore di prima. E sicuramente i napoletani che hanno votato de Magistris per la seconda volta hanno ritenuto che dei passi in avanti si stiano facendo, e De Magistris ha ragione a rivendicarlo, dal suo punto di vista è lecito che lo faccia, Saviano dal suo punto di vista dice che la criminalità esiste ancora, e questo è innegabile. De Magistris non può chiedere a Saviano di ispirarsi a cose che non sente come modelli ispiratori, non puo chiedergli di scrivere un romanzo sulla città che cambia. Nessun sindaco avrebbe chiesto a Ferdinando Russo alla fine dell’800 e a inizio 900 di non occuparsi della camorra di Napoli, anche se non esisteva solo quello. Se riprendo la realtà non posso riprendere tutta la realtà, l’arte è di parte, nel senso che descrive solo una parte ed è di parte perché porta solo il punto di vista di chi scrive. Sei anche ossessionato da quello che ti ispira. E alcune delle cose che ha fatto Saviano sono opere d’arte”.

Sì ma anche le musiche che aveva scritto Michael Jackson oggi sono considerate opere d’arte, ma se dovessero essere verificate le accuse che gli sono state fatte riguardo la pedofilia la grandezza delle sue opere non verrebbe comunque messa in discussione ma dal punto di vista umano non potremmo certo apprezzarlo.
“Ma cosa c’entra, mica Saviano ha accuse di questo tipo, si limita solo a dare giudizi politici sulla città che possono essere discutibili da chiunque, da lui si vorrebbe che descrivesse anche la Napoli che sta cambiando ma lui fa lo scrittore che va giudicato per le sue produzioni, e io ritengo, da lettore e da persona che studia queste cose, che il suo ruolo continua a essere un ruolo notevole”.

Raimondo E. Casaceli

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