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Salute mentale nelle carceri campane: il panorama attuale alla luce dell’Emergenza Covid-19

Il diritto alla salute, secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), è un diritto inalienabile di ogni persona, indipendentemente dalla condizione di libertà o detenzione.

Purtroppo, però, i detenuti in Campania non riescono sempre a veder tutelato questo diritto e a ricevere le dovute cure, in particolare per quanto riguarda la salute mentale.

Sabato 23 ottobre il Garante delle persone private della libertà personale Samuele Ciambriello si è recato presso la Casa circondariale femminile di Pozzuoli.

Attualmente le detenute presenti sono 152, di cui 110 definitive e 5 in psichiatria. L’istituto è suddiviso in tre sezioni, disposte su tre piani. Nella prima sezione si trova l’articolazione psichiatrica gestita sia dall’Asl che dall’Amministrazione penitenziaria.

Ciò che è emerso dalla visita è che il personale in ambito psichiatrico è carente: infatti sono necessarie maggiori figure professionali, quali tecnici della riabilitazione psichiatrica e operatori sociosanitari.
A quest’ultima carenza l’Amministrazione sopperisce parzialmente affidando incarichi di lavoro con mansioni di assistenza ad altre persone detenute.

Ciambriello un mese fa, riguardo questo delicato e triste tema, ha affermato:
“In tutte le carceri della Campania ci sono decine e decine di detenuti affetti da problemi mentali. Ma non in tutte le carceri ci sono articolazioni dedicate alla salute mentale”.

Il carcere di Poggioreale ne è l’esempio più evidente. Al suo interno, infatti, non c’è un’articolazione specifica per detenuti con problemi di salute mentale. Eppure, dalla relazione annuale del Garante regionale dei detenuti emerge che ogni anno, nel carcere cittadino, transitano o restano reclusi centinaia di detenuti coinvolti in percorsi psicologici o seguiti, prima della carcerazione, da servizi di salute mentale.

La Salute mentale nei luoghi di privazione della libertà personale", il  convegno del Garante dei detenuti |Un ulteriore elemento di difficoltà 

La tragica situazione che attualmente i detenuti campani si ritrovano a vivere è stata aggravata dall’avvento del Covid-19. Quest’ultimo ha spostato ulteriormente l’attenzione sulle emergenziali condizioni sanitarie a discapito degli investimenti di promozione, prevenzione e gestione ordinaria dei bisogni sanitari.

Infatti, soprattutto a causa della pandemia, si è registrato un rapido aumento di detenuti afflitti da problemi psichiatrici. Diversi sono i fattori che hanno inciso sulla crescita di questa problematica, come per esempio: la sospensione dei colloqui famigliari;  la difficoltà nella ricezione degli effetti personali; l’interruzione delle attività previste dal programma del dato istituto.

Sempre dello stesso anno è stato riscontrato, inoltre, un aumento delle somministrazioni di psicofarmaci ai detenuti.

In questo scenario, per niente roseo, ci sono diverse realtà sociali che però sono al lavoro per migliorare le condizioni dei detenuti campani affetti di problemi mentali. Una delle più rilevanti è senza dubbio la ONLUS “La Mansarda” che da anni, grazie al lavoro dei volontari e delle associazioni impegnate, fornisce un aiuto personale e concreto ai detenuti.

Ovviamente, le associazioni da sole non sono in grado di cambiare la difficile situazione in cui versano le carceri campane. Lo Stato e le amministrazioni competenti dovrebbero agire al più presto e garantire davvero il diritto alla salute “come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” citato all’art. 32 della Costituzione.

A cura di Vincenza Volpe 

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