A Pontida è il giorno del grande raduno leghista. Fin dalla prima mattina i militanti del Carroccio hanno cominciato ad affluire sul prato, dove gli organizzatori si attendono 20mila presenze, in attesa dell’arruffapopolo. In prima fila due bandiere dell’Italia. Sul fondale del palco campeggia lo slogan “La forza di essere liberi”, sovrastata da una striscia tricolore. I militanti hanno contestato e insultato il giornalista Gad Lerner. Aggredito anche un videomaker, collaboratore di Repubblica, al quale è stata rotta la videocamera mentre cercava di riprendere un militante che gridava “Mattarella mafioso”.
Cita Oriana Fallaci, Rosario Livatino, Giovanni Paolo II ed Enzo Ferrari. E dal palco di Pontida chiarisce che l’obiettivo per i prossimi mesi, nelle regioni dove “30 italiani torneranno al voto” è uno soltanto: “Vincere”. Matteo Salvini parla davanti a migliaia di persone e annuncia battaglia sul decreto sicurezza e sul maggioritario. Arriva sulle note di Nessun dorma e, prima di entrare nel vivo, scende dal palco per raccogliersi davanti all’Albero della vita, dedicato a tutti i leghisti che sono morti. “Questa è l’Italia che non chiede l’elemosina ma che chiede lavoro e dignità per i suoi figli. Sfideremo i traditori chiusi nel palazzo. Questa è una delle Pontida più belle di sempre. Col coraggio di essere liberi” perché “il popolo italiano non è schiavo di nessuno”. Poi attacca il presidente del Consiglio che “ha svenduto il suo Paese”, mentre “la Merkel difende il suo popolo”.