In seguito alla riforma del Titolo V della Costituzione, nel panorama istituzionale regionale, fanno il loro ingresso gli organi di garanzia statutaria, in particolare nei cosiddetti Statuti di nuova generazione e in ottemperanza dell’art. 123 della costituzione che legittima la competenza statutaria regionale.
Proprio per non creare un corto circuito istituzionale fra Corte Costituzionale e Consulta Regionale , la dottrina parla di un semplice ruolo di “razionalizzazione” per la formazione di leggi regionali e regolamenti regionali. Va però precisato che sono le stessi leggi regionali a disciplinarle il ruolo e le funzioni che in linea di massima sono di carattere consultivo.
Su questo tipo di funzione si è espressa la Corte Costituzionale ribadendo il ruolo pressoché di consulenza e/o consultivo che tali organi debbano assumere per l’espletamento delle loro funzioni al fine del perseguimento degli obiettivi da parte del legislatore regionale e, perché no , da parte degli organi con funzioni di indirizzo politico.
I pareri possono essere richiesti dal Presidente del Consiglio regionale su deliberazione dell’Ufficio di Presidenza ovvero dal Presidente della Regione su deliberazione della Giunta Regionale. Il compito dei Consigli Regionali è proprio quello di promuovere leggi che abbiano un fine positivo tenendo conto del processo democratico e rappresentativo dell’organo preposto alla legislazione.
L’entrata in vigore di tale Consulta in Regione Campania può esser presa di buon auspicio per il raggiungimento dell’autonomia legislativa e soprattutto per la diminuzione della burocrazia giurisdizionale fra Governo centrale e Regioni.
La consulta è di fatto considerata un organo che è chiamato a svolgere un ruolo per la tutela del sistema regionale, indipendente nei pareri tra Giunta e lo Stesso consiglio regionale, assumendo decisioni in pieno rispetto con la cittadinanza e le istituzioni stesse che le rappresentano soprattutto se si pensa che è a decidere sull’iter dell’ammissibilità ai referendum regionali.
Infine va sottolineato che il ruolo e il potenziale lavoro che tale organo può assumere è ancora messo in discussione, o per gran parte offuscato per i mutamenti politici e istituzionali che le Regioni sono chiamate ad ogni tornata elettorale. Eppure se il ruolo effettivo di bilanciamento istituzionale che ne viene attribuito, assieme a quello consultivo , sarebbe quanto meno fuori da vincoli politici , certamente a trarre le conseguenze in modo positivo ne sarebbero in primis i cittadini e lo Stato.
Salvatore Salzano
Cultore della Materia – Diritto Pubblico e Diritto Regionale
Dipartimento di Scienze Politiche – Federico II