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Samuele Ciambriello e Rita Bernardini si incontrano fuori il carcere di Poggioreale per discutere della situazione carceraria

Si è da poco concluso un incontro, con la regia di Radio Radicale, fuori il carcere di Poggioreale tra Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti della regione Campania, e Rita Bernardini, esponente del Partito Radicale, in merito alla precaria situazione delle carceri. La “passeggiata” tra i due fuori al carcere è iniziata circa alle 13:30, con la Bernardini che ha presentato un foglio con il suo numero di cellulare, sul quale sarebbe stato possibile inviare dei messaggi ai quali poi i due avrebbero dato risposta.

Svariati sono stati gli argomenti trattati e i messaggi ricevuti. Si è parlato di una sorta di ristrutturazione del carcere di Poggioreale, a quello che il Garante Ciambriello ha definito principio della territorialità della pena. “In Campania su 6500 detenuti, più di 1000 vengono dalla Calabria, dalla Sicilia e i nostri campani vanno altrove. Come si reinserisce quindi un detenuto che va in Sicilia, in Sardegna, se è un campano?”

Altro problema è quello degli educatori, sempre più carenti negli istituti penitenziari. Figura fondamentale per reintegrare il detenuto nella società. “Su 2101 detenuti, formalmente dovrebbero esserci 19 educatori, qui a Poggioreale ce ne sono solo 10. Com’è possibile dunque avere un rapporto con il mondo esterno?” dichiara con veemenza Ciambriello.

Sono poi intervenuti Giusy, volontaria presso il carcere di Poggioreale, che ha raccontato un quello che è il suo lavoro. Lei si occupa di percorsi relativi alla rieducazione dei detenuti, e proprio nel corso del suo operato ha riscontrato una seria mancanza di attività e di corsi per il recupero. Si è poi discusso dei colloqui con i familiari, da poco finalmente ripresi. Videochiamate aggiuntive ai colloqui, per chi ha una famiglia abbastanza numerosa. A Poggioreale almeno, possono far visita infatti solo due persone, di cui una di età inferiore ai 18 anni. Chiede poi Rita Bernardini cosa fare per diventare volontario in carcere. “I volontari possono entrare per svolgere un determinato progetto, che può essere di socialità o anche finalizzati ad incontri di lettura. Oppure possono esserci volontari che incontrano i detenuti singolarmente“. “Quali sono i problemi dei detenuti di Poggioreale?” incalza Ciambriello. “I problemi maggiori sono quelli sanitari” risponde Giusy. Ancor di più in un periodo simile, a causa del Covid.

Si passa poi a Marco, ex detenuto che ha riassaporato la libertà nel 2016. La Bernardini chiede se effettivamente una volta uscito dal carcere ci sia stato qualcuno ad aiutarlo a reinserirsi in società o se si sia dovuto reinventare una nuova vita. “Ho fatto un percorso rieducativo serio“. Operatore in un centro di accoglienza, è adesso lui ad aiutare chi un tempo si trovava nella sua stessa situazione. Anche lui ha denunciato come Giusy la mancanza di percorsi di riabilitazione nella società.

 

 

La particolare passeggiata con il Garante Ciambriello termina poi con una frase particolarmente esplicativa, e cioè “Uccide più l’indifferenza che la pandemia” I due si salutano poi con una promessa e cioè di organizzare una nuova “ora d’aria”, con annessa passeggiata anche fuori il carcere di Secondigliano.

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