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San Gennaro, niente miracolo. Ma c’è ancora qualche ora. Potrebbe fare goal in zona Cesarini

Quando su Napoli si abbatté la grande peste, e la popolazione scese da 500mila a 150mila, San Gennaro venne invocato. E a lui si attribuisce la fine del morbo. La stessa cosa accadde durante le epidemie di colera nell′800. Nel 1973, quando il colera si abbatté ancora su Napoli ancora una volta, si attribuì al Santo il fatto che i malati furono molti, ma il numero dei morti contenuto. In quegli anni ci fu un episodio miei cari lettori, che mi piace ricordare.

Papa Paolo VI declassò Gennaro a Santo di serie B, manifestando dubbi anche sul miracolo. Bene, il giorno dopo sulla porta della cattedrale apparve una scritta, fatta con la vernice rossa: “San Gennà, futtitenne”.

Un episodio che racconta in effetti tanto dei contorni della devozione. Oggi, però, potrebbe non essere un bel giorno per chi crede, o semplicemente per chi guarda laicamente al fenomeno.

Il miracolo di San Gennaro non si è ripetuto. Nonostante anche il secondo tentativo sia andato a vuoto, quello della messa delle 12, non perdono la speranza i fedeli, che attendono il ripetersi del prodigio della liquefazione del sangue. «C’è tempo fino a stasera», spiegano, anche se l’annuncio dell’abate della Cappella monsignor Vincenzo De Gregorio, al termine della messa, ha spiazzato un po’ tutti: «Quando abbiamo preso la teca dalla cassaforte – ha detto – il sangue era assolutamente solido e rimane assolutamente solido».

L’ampolla contenente il sangue del Santo Patrono di Napoli è stata posta sull’altare maggiore del Duomo all’inizio della messa delle 9 e vi è rimasta fino alla fine della celebrazione della seconda messa del mattino. La teca sarà quindi restituita alla venerazione dei fedeli alle 16.30 e sarà quello un orario decisivo per capire se, nel frattempo, il prodigio si sarà ripetuto, confermando così la tradizione che vuole la liquefazione del sangue ogni 16 dicembre, data in cui si celebra il patrocinio della città.

Quello del 16 dicembre, ultima delle tre date in cui ogni anno si attende la liquefazione del sangue, è detto il «miracolo laico» perché la cerimonia si svolge nella Cappella di San Gennaro, gestita dalla Deputazione di San Gennaro, istituzione laica nata nel 1527 e presieduta dal sindaco di Napoli. Quest’anno le celebrazioni si svolgono eccezionalmente sull’altare maggiore del Duomo per garantire il distanziamento previsto dalle normative anti Covid.

Dunque, sicuramente l’evento inciderà sul morale collettivo. Tutto, come nelle profezie autoavveranti, potrebbe sembrare più cupo, più nero, più difficile. È l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento. Se invece alla fine il sangue dovesse sciogliersi, sarebbe un bene per il morale delle persone. Aspettiamo ancora, potrebbe accadere nelle prossime ore. Anche perché, come si racconta spesso, “San Gennaro non dice mai di no”

Non a caso,  il miracolo di San Gennaro è il simbolo dell’impossibile che diventa possibile, che fa secco il principio della realtà. Alcuni scienziati hanno provato a riprodurre il fenomeno in laboratorio, altri hanno ipotizzato che il grumo di sangue si sciogliesse grazie al calore delle mani del sacerdote, ma allora dovrebbe accadere sempre. La sostanza conservata nell’ampolla è stata analizzata, e sono state trovate tracce di emoglobina. Ma nessuna spiegazione è mai arrivata. Se anche dovesse esserci il trucco, il vero miracolo è che non sia mai stato scoperto.

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