Venerdì 7 ottobre si è tenuta l’apertura dello sportello sociale del progetto “Io non rischio“ proprio al centro di San Giorgio a Cremano.
Tale evento è stato voluto per contrastare la ludopatia, diventata ormai una piaga sociale.
L’intervento, attraverso lo sportello d’ascolto, mira ad aiutare e dare supporto psicologico e sociologico con professionisti.
All’inaugurazione hanno partecipato il Dott. Alfonso Sessa, Presidente Associazione LA SOLIDARIETA’ ODV, la Dott.ssa Valentina Rischio, Psicologa Coordinatrice C.I.S.L.A.E., Dott. Giorgio Zinno, Sindaco di San Giorgio A Cremano, Dott. Samuele Ciambriello, Garante dei Detenuti Regione Campania, On. Lucia Fortini, Assessore Regione Campania Politiche Sociali e la Dott.ssa Franca Esposito, Psicologa Coordinatrice Associazione LA SOLIDARIETA’ ODV.
Il primo ad intervenire è stato il Dott. Alfonso Sessa che ha dichiarato: “Il progetto si chiama “Io non rinuncio” con l’AVIS di Pellezzano e l’ente partner la C.I.S.L.A.E. che ci ospita oggi. E’ un progetto finanziato dalla Regione Campania con risorse del ministero del lavoro e delle politiche sociali il cui decreto è il 466 del 29/07/2019″.
La Dott.ssa Rischio ha parlato subito dopo: “Siamo orgogliosi di poter attuare questo progetto anche perché credo che sia lapalissiano che la ludopatia stia diventando un fenomeno sociale negativo, soprattutto negli ultimi due anni a causa della pandemia“.
“Noi saremo qui tutti i giovedì dalle 16 alle 18. Cercheremo di valutare tutti gli aspetti della persona oltre ad una valutazione psicodiagnostica perché è importante avere uno sguardo sulla multidimensionalità”.
“Qui le persone non verranno mai giudicate. Sarà un posto dove verranno sostenute e aiutate“. Così ha concluso la Dottoressa.
A prendere parola è stato poi il sindaco di San Giorgio a Cremano Zinno: “Ringrazio la Regione perché ha scelto questo luogo per iniziare questo sportello. Da parte del comune avrete una porta aperta”.
“Lo metteremo tra le segnalazioni degli uffici politiche sociali del nostro territorio. La pubblicità si avrà anche rispetto agli sportelli”.
“La ludopatia è un problema molto più largo che sta arrivando ai giovani“.
Il Dott Ciambriello è intervenuto: “Questo termine gioco d’azzardo ci prende in giro, è una droga di stato. 8 milioni di italiani e un milione patologico. Alcuni entrano in carcere e spiegano che all’inizio sono partiti pensando che fosse un gioco d’azzardo. Sono preoccupato perché è una droga di stato che si regge per il 50% sul calcio scommesse. Questa è una malavita statale”.
“I detenuti con un problema in più sono o i tossicodipendenti, o i malati di mente o i ludopatici. Fortunatamente la Regione ha fatto da poco aprire delle comunità per tossicodipendenti perché molti hanno una doppia diagnosi anche rispetto alla ludopatia“.
“Qua c’entra Gianni Morandi perché anche se uno su mille ce la fa, voi avete fatto un miracolo“.
“I centri sono importanti in un’epoca in cui parlare è un bisogno, ascoltare è un’arte“. Conclude il Garante dei detenuti Samuele Ciambriello.
L’On. Fortini conclude: “Avevamo dei fondi a disposizione per il terzo settore e abbiamo pensato che fosse proprio il terzo settore ad eleggere le necessità di un territorio. Devi creare delle reti che garantiscono la bontà di un progetto perché hai persone che possono confrontarsi e creare condizioni migliori affinché quelle risorse si trasformino in servizi per le persone.
“Trovo interessante che si coinvolgano le scuole non solo per la prevenzione rispetto all’età adulta. Parlando con tanti bambini, sono stata colpita dal fatto che sono anche i più piccoli che soffrono di ludopatia. Non ce ne rendiamo conto perché non sono grosse cifre da spendere. Mi ha colpito che usano il termina “shoppare” per comprare una serie di servizi quando giocano ai videogiochi. E’ terribile”.
“La Regione Campania da qualche mese ha lanciato un protocollo d’impresa, noi diamo assistenza psicologica ai minori in difficoltà. Mi ha stupito che la prima obiezione fatta è stata “Arrivano gli assistenti sociali e ci tolgono i figli”, questo significa che hai un preconcetto enorme rispetto al supporto psicologico”.
“Farsi aiutare da un professionista affinché tu possa uscire dal tunnel non deve essere considerato in maniera negativa”. Conclude l’Assessore alle Politiche Sociali.