Una delle strade più famose di Napoli, San Gregorio Armeno, man mano si sta “trasformando” in una strada (l’ennesima) dedicata al cibo e allo shopping, tanto che nell’ultimo periodo diverse “storiche” botteghe hanno chiuso per lasciar spazio a bar o friggitorie. A dare l’allarme sono gli stessi commercianti i quali c’è chi definisce questo “fenomeno” <<un cancro>, chi invece è favorevole tanto da affermare che <<la scelta vincente è statuette e pizza>>. Ma tra questi c’è anche chi è stato costretto ad “abbandonare” il vecchio lavoro da artigiano per aprire un bar come Gennaro Paccone <<Il negozio di presepi era un museo. La gente entrava, guardava e usciva. Era un stillicidio e ho cambiato>> o chi invece non ci sta tanto che da anni sta difendendo l’anima “della via dei presepi” come Lello Scuotto <<Attenzione, se gli artigiani lasciano San Gregorio Armeno perdiamo il cuore di Napoli. Bisogna incentivare le botteghe. Lo street food è una risorsa, ma la globalizzazione avanza e cancella tutto quello che trova sulla sua strada. E non basteranno né angeli né demoni di cartapesta per fermare questa avanzata>>.
È chiaro quindi la situazione in cui verte una delle vie più famose del capoluogo Partenopeo, la storica “strada dei presepi” sembra oramai diventata una via come le altre visto che nel tratto di strada che unisce via Benedetto Croce a quella dei Tribunali si contano ben 33 bar, uno ogni 20 metri. Ma visto che oramai questi negozi ci sono, una buona soluzione potrebbe essere la “convivenza”: un turista così come un napoletano potrebbe “ammirare” le grandi opere che ogni anno mettono in mostra i tanti artigiani che si trovano lungo la via magari “assaporando” una polpetta fritta, una sfogliatella o una fetta di pizza così da valorizzare due cose che la città di Napoli ha da offrire a chi viene in visita: i tradizionali pastori da mettere sul presepe, la pizza e le svogliate. Ovviamente però si spera che nessun’altra bottega di un artigiano che si trova lì si ritroverà un giorno a essere costretto a chiudere per lasciar spazio a un altro tipo di attività o peggio ancora perché non sarà più in grado di pagare l’affitto dato che i prezzi dell’affitto lì è aumentato come testimoniano i tanti artigiani ce si sono ritrovavi a pagare un “aumento” come stabilito dalla COSAP, dall’Associazione Arte presepiale e dallo stesso Comune.