Cari lettori, vi stiamo tenendo compagnia in questi giorni con diversi articoli su Sanremo. Parliamo di outfit, stile, moda ma anche di tanto altro.
Ora, noi sappiamo bene che l’Italia è diventato un paese molto colorato, tra zone bianche, gialle, arancioni e rosse però mentre si va a fare la spesa, sui messaggi di whatsapp o mentre si è dal parrucchiere gira e rigira sempre la stessa domanda: cosa ne pensi di questo Sanremo?
Perchè è inutile nasconderci, noi italiani siamo un popolo contradditorio. Un pò lo amiamo e un pò lo odiamo.
Allora, abbiamo ben pensato di rispondere a quelle che sono le domande più ricorrenti sul festival. Ovviamente l’intervista sarà condotta dalla Martino che rappresenta l’occhio critico e polemico giornalistico e le risposte saranno della Iannicelli perchè lei “è parte di voi, col cuore” (forse ricorda troppo la D’Urso così).
Poco importa…
Quarta puntata di Sanremo cosa dobbiamo aspettarci?
Polemiche, innanzitutto. Outfit luminosi: Swarovski e paillette la fanno da padrone quest’anno. Vorrei non aspettarmi le solite scenette da cabaret di Amadeus e Ibrahimovic perché NON FANNO RIDERE. In realtà, la butto piano, vorrei non vedere Ibra. Ma avevamo davvero bisogno di lui in questo festival? Un campione indiscusso nel campo, ma perché è al festival della canzone italiana?! Ieri sera la scena di lui e Mihajlović che si sforzavano di cantare una canzone italiana è stata, lasciatemi passare il termine, pietosa. Cioè neanche gli stessi Nomadi cantano così male Vagabondo. Ma dai! Un’intervista che sarà stata provata decine e decine di volte e Ibrahimovic non si è neanche sforzato di imparare la canzone. Ma davvero meritiamo un super ospite? Ah no. Un co-conduttore? Ah no. Ma il ruolo di Ibrahimovic a Sanremo, precisamente, qual è?
Achille Lauro è più cantante o performer? Stasera credi che ci stupirà? Idee al riguardo?
Achille Lauro è. Non si può definire una persona così. E non parlo solo di genere ma nella complessità della sua persona. Di lui dice: “Sono la solitudine nascosta in un costume da palcoscenico. Sessualmente tutto. Genericamente niente. Esagerazione, teatralità, disinibizione. Lusso e decadenza. Peccato e peccatore, Grazia e benedizione. Esistere è essere. Essere è diritto di ognuno”. E dopo queste parole non si può far altro che ringraziarlo per essere esattamente così com’è. Contraddizione e sacralità che sono perfettamente racchiusi in tutti i suoi outfit firmati Gucci, capaci di sottolineare la sua essenza unica e rara (un po’ come la Martino quando indossa la sua pelliccia verde con borsa e cintura coordinate color arancione di Hermes, ecco, capisco l’unicità ma va bene anche un po’ meno dai…).
Non so cosa ci riserverà questa sera, e preferisco non chiedermelo. C’è il mistero assoluto dietro le sue esibizioni. Ogni volta che deve mettere in scena il suo quadro non sai mai cosa aspettarti e questa è la sua vera bellezza. Innovazione, qualche volta accompagnata da critiche, ma in fondo lui è così avanti che forse viene dal futuro. Achille più osi più ti ringraziamo e ti amiamo.
Hai un tuo preferito?
Ovvio che ho il mio preferito. Facciamo chiarezza: io amo Orietta Berti. Lei è la grandezza nazionale, una donna che alla sua età decide di mettersi ancora in gioco tra tanti giovani. E’ capace di osare, perchè diciamocelo, ci vuole coraggio per indossare i suoi outfit creati da Nick Cerioni e che portano tutti la firma di Giuliano Calza, mente creativa di GCDS. Questo brand dallo stile provocatorio e dissacrante è amato dai giovanissimi e solitamente indossato da rapper e trapper, ed è indossato da Orietta nazionale tutte le sere in prima serata su rai 1: ci rendiamo conto della grandezza e della genialità di questa donna? E no Alessandra Martino non ti permetto di ridere, ammetti di essere gelosa dei suoi lustrini e pailettes!
Tuttavia la mia canzone preferita è quella della coppia Michielin-Fedez: “Chiamami per nome”. Al primo ascolto non mi è piaciuta, ho pensato “ma che hanno combinato questi due” però mi è bastato risentirla in radio e adesso la canto come se la conoscessi da anni. Certo qualche cadutina di stile c’è stata con loro due, Fedez mantiene alta la sua dose di trash che si distacca dallo stile pulito e collegiale della Michielin però insieme funzionano. Una garanzia.
E poi Fiorello. Mi piace molto anche Amadeus, ma senza Fiore questo festival non avrebbe modo di esistere. Showman, canta, balla, recita, intrattiene, scherza, prende in giro tutti. Sottolinea che il teatro è vuoto più e più volte ma in realtà lui è capace di riempirlo tutto. Stranamente la Martino è d’accordo con me, eppure ero convinta preferisse Ibra… Grazie Fiore perchè rendi questo Sanremo leggero, simpatico e spensierato, in un momento così difficile era proprio quello che ci voleva!