di Marco Sarraccino
Ho ascoltato con attenzione il verbo che la segreteria nazionale del PD ha condiviso in questa assemblea, e in quelle parole rivedo tutti i motivi della nostra sconfitta.
In onestà temo che in pochi abbiano intuito che quello che avviene in queste ore nel mondo, incida con forza nella vita politica anche della più piccola comunità della nostra regione. Una forza come la nostra, non può non interrogarsi e trovare poi risposte credibili, specie di fronte al fatto che in questi tempi molto interessanti ad essere colpiti sono i grandi leader e i grandi partiti. L’assenza quotidiana di questa discussione, certifica la pochezza culturale e politica di ciò che ha significato la rottamazione in questi territori.
Provo a prenderla meno larga visti i tempi: noi abbiamo perso le elezioni in Italia e in Campania per motivi molto semplici: abbiamo raccontato un paese che non esiste, non eravamo identificati con nulla, non siamo stati percepiti come il cambiamento.
Se a Napoli perdiamo ininterrottamente da cinque anni, noi possiamo autoconvincerci che la nostra narrazione fosse comunque giusta, che abbiamo cambiato tutto, che i circoli esistono e funzionano, che chi rappresenta il PD nelle periferie debba continuare a farlo, che alle primarie non sia accaduto nulla, ma questo è il modo migliore per fare finta che nulla sia accaduto, cosa che ad esempio il gruppo dirigente napoletano sta facendo.
Ma siccome voglio bene al mio partito e al tempo che spendo per vicende personali e collettive, tempo che oggi, almeno oggi, vada affrontato un discorso di verità, a cui siano poi conseguenziali dei fatti, che non possono essere giustificati da ragioni come “gli elettori non c’hanno capito”.
D’altronde non sono stato io o la minoranza del PD a dichiarare di voler commissariare Napoli e di voler entrare nel PD con il lanciafiamme. Sarebbe bastato un gesto di responsabilità, un gesto umile, forse anche di dignità vista la diretta televisiva, invece nulla.
Ma le cose in città e nel paese erano già chiare: l’assenza di una minima forma organizzativa ( il no tax day è stato fatto solo dai giovani democratici) e il vuoto degli spazi politici riempiti intelligentemente da De Magistris erano già sintomi che la partita sarebbe stata difficile. Ma poi noi c’abbiamo messo del nostro: le presidenze di municipalità per la società civile, le liste incomplete per la prima volta nella storia, la mancanza di un minimo filtro per le candidature, la foto con Verdini. Ma quanto è costata al PD a Napoli e nel paese quella foto? Ancora oggi non si capisce chi abbia costruito quella alleanza. Che vergogna.
L’avete giustificata dicendo di volervi aprire ai moderati, cosa c’è di moderato nelle parole di chi in campagna elettorale insultava Rosaria Capacchione e Roberto Saviano? La verità è che ci siamo presentati agli elettori con una coalizione di destra, in una città da sempre antigovernativa.
Magari nelle riunioni e nei convegni che si organizzavano, le folle applaudivano e dimostravano che tutto andava bene, ma la città ha risposto in un altro modo, relegando il PD all’11%.
E allora io credo che occorra fermarsi un attimo. Perchè con queste verità occorre ricostruire tutto, e non può non farlo un congresso. Anzi, prima una assemblea provinciale che possa far analizzare quanto accaduto al gruppo dirigente napoletano che oggi ha deciso di scioperare, e poi un congresso.
Sarebbe il modo migliore per far misurare gli autori del disastro in termini politici ed elettorali. E magari anche per ricostruire non dico una comunità, ma almeno una casa comune, nella quale ci si ascolta, non come oggi, dove prima ci si attacca e poi dopo si va via.
Un’ultima cosa sul referendum costituzionale: se voi pensate che la campagna referendaria debba essere svolta così, nelle sale dei grandi alberghi, con i gruppi dirigenti selezionati in base alla velocità con la quale fanno il retweet al premier, dicendo in giro che cancelliamo le poltrone o addirittura qualcuno ha parlato anche delle auto blu, cari amici e compagni, in bocca al lupo.
Marco Sarracino,membro della direzione nazionale del PD