Ripeto qualche riflessione già fatta sul referendum del 4 dicembre. Ancora oggi resto convinto che la procedura più convincente per permettere un voto concentrato sui quesiti e non sugli aspetti politici, sarebbe stata quella di accogliere la proposta dei radicali , di votare per parti separate la riforma. Visto che questo non è stato possibile voterò Si perché fra un bicchiere mezzo pieno ed un vuoto, prendo il bicchiere mezzo pieno. Resto convinto che se vinceranno i No ( come è probabile che accada) non si farà nulla per molto tempo, poiché i fautori del No ( D’Alema, Monti, Berlusconi, Salvini, Grillo e Brunetta) sono quelli che hanno già fallito oppure, come è il caso dei grillini, stanno mostrando limiti ed inesperienze sconcertanti ( vedi il Comune di Roma e le sue poco edificanti vicende) . Per Renzi l’eventuale sconfitta referendaria non sarà un problema insuperabile ( la sua è, in questo caso, una partita “win win” vista l’età e comunque la quantità di voti che andranno ai Si superiori a quelli dell’attuale PD, che lui tenterà di fidelizzare per le successive elezioni politiche). Il problema è per il paese, per la sua economia, e per il suo grado di affidabilità nel contesto internazionale. Avremo nella fase immediatamente successiva al referendum, ed a seguito di una eventuale vittoria dei No, un governo di tutti (o quasi) insieme che ci dovrà portare ad elezioni anticipate con una probabile nuova legge elettorale proporzionale ( questo vogliono i 5Stelle, Berlusconi, il duo D’Alema & Bersani ed i cespugli di destra e sinistra) che avrà l’obiettivo di non fare vincere nessuno e ridare ai partiti ed alle loro mediazioni al ribasso tutto il potere, non escluso quello della interdizione.
Intanto l’economia , gli investimenti e tutti i provvedimenti per lo sviluppo che dovrebbero essere presi con urgenza aspetteranno con tutte le conseguenze ancora più negative per il paese. L’economia, lo sviluppo e l’occupazione sono i veri problemi da affrontare. Questa è la sfida anche per Renzi. Non l’ha ancora vinta. Su questo e non sul referendum, anche lui si gioca il futuro sul serio, perché qui si perde o si vince. E se perde anche lui, come hanno già perso nel corso degli anni gli altri, per il paese ci sarà poco da sperare se non affidarsi alla buona stella. In bocca al lupo a tutti noi.
Carmine Scafa