Scampia, quartiere degradato di Napoli, si trasforma divenendo arte da complesso architettonico, progettato dall’architetto Franz Di Salvo tra il 1962 e il 1975, e ispirate alle famose unités d’habitation di Le Corbusier .
La mostra che rende omaggio a Scampia e alla sua gente è “Matrici” che si sviluppa attraverso il dialogo ravvicinato tra le tipiche raffigurazioni urbanistiche di Marco Petrus, il progetto già presentato il 24 giugno scorso a Palazzo Zevallos Stignano, caratterizzate da un sempre maggior grado di sintesi compositiva, e la loro “traduzione” in puro elemento aniconico, che rievoca la musica, costituito da un incrocio di griglie colorate, di rimandi compositivi, di giochi di linee che richiamano, per assonanze, i toni e la tavolozza cromatica dei quadri figurativi dell’artista, quasi a ripeterne lo svolgimento e il complesso incrocio semantico, pur privato della “corazza” visiva della realtà.
Scampia, le Vele, la gente che la popola, che gira fra le strade della periferia maldestra di una Napoli che ce la sta mettendo tutta per rinascere, viene omaggiata e si rende arte, si rende cultura per la gente, Si trasforma in qualcosa di buono, di sano, di salutare, non si bagna nell’orrore della cronaca, della politica che a vuole sempre uguale a se stessa, relegata nella sua oscura fama.
Il quartiere rivive in “Motrici”, perchè quella struttura, quella architettura urbanistica per un tratto si riempie di fascino, di quella bellezza mai sostenuta, è diviene la motrice che da senso ad una città.