Avevo sentito parlare di questo spettacolo teatrale su Napoli, intitolato UnaLampa e oggi nel trentaquattresimo anniversario dal terremoto che mise in ginocchio la nostra città avevo deciso di andarlo a vedere. Pare che lo spettacolo fosse irriverente, graffiante, di denuncia. Pare che prendesse in prestito parole di Viviani, di Patroni Griffi, Libero Bovio, Antonella Cilento, Goethe, Curzio Malaparte, Wharol, Viviani, Pasolini e tanti altri artisti, che nel corso dei secoli hanno cantato, umiliato, amato, odiato Napoli. Parole “scaraventate” sul pubblico come una valanga, trascinate da un fiume in piena. Dico pare perché devo tornare sui miei passi e cambiare programma. Lo spettacolo previsto oggi non ci sarà e non c’è stato neanche ieri. Al telefono dal teatro Sannazzaro mi dicono che è stato spostato a “data da destinarsi”.
Chiedo i motivi, la voce dell’uomo che mi risponde è vaga: motivi tecnici, lo spettacolo non lo fanno più, lo hanno spostato. Ma chi lo ha spostato, il teatro o la compagnia? “Le ripeto, problemi tecnici”. Mistero. Mistero che però è in parte risolto guardando ciò che scrivono i due protagonisti di Unalampa sulle loro pagine FB.
Roberto Azzurro, autore dello spettacolo infatti scrive: «Quello che è accaduto è l’ennesima dimostrazione delle mie ragioni. La mia invettiva comincia così: “Per molto tempo dunque ho inseguito l’idea di fare uno scandalo… Finché non mi sono reso conto che lo scandalo esisteva già, esiste ancora ed esisterà sempre: e si chiama N A P O L I!” E oggi io aggiungo: poi mi dicono perché ho scritto e portato in scena UNALAMPA… perché è l’unico destino possibile di questa città impossibile, feudale, camorristica, maligna, ottusa, stupida, prepotente, incivile, troglodita, primitiva, assassina. Questa città/Medea che ci stupisce e ci finisce, che ci incatena col sorriso e ci abbandona nel pianto. A chiamare le cose con col loro nome non ci sta nessuno, perché poi gli altri non possono chiamarle con i nomi di fantasia da “polvere sotto il tappeto”. Aveste almeno il coraggio di uscire allo scoperto! Ma gli inferiori mai scendono in campo per confrontarsi, gli inferiori nuotano sott’acqua, gli inferiori trovano sempre un modo per tentare di farti fuori. Sarà solo una piccola pausa. Che UNALAMPA sia: torneremo presto: più agguerriti e pericolosi di prima!»
Il mistero si infittisce. Anche Fabio Brescia noto e brillante attore napoletano cresciuto sotto l’ala protettrice della grande Luisa Conte, protagonista di Unalampa sulla sua pagina FB scrive «UNALAMPA ha dato fastidio al “Palazzo”. Sentirsi dire le cose in faccia da un palcoscenico così importante brucia, evidentemente. Il “Palazzo” ha fatto in modo che oggi e domani non andassimo in scena. UNALAMPA tornerà presto a divertirvi e a smuovere le vostre coscienze di napoletani veri. Perché il “Palazzo” non può nulla contro la verità»
Lo abbiamo così raggiunto al telefono per cercare di capire cosa fosse realmente accaduto.
«Quello che è successo è che venerdì sera, a seguito di una visita della autorità preposte, ci si è accorti che il certificato di agibilità del Sannazzaro era scaduto da poche settimane. Purtroppo quando il direttore del teatro Sasà Vanorio ha chiesto di poter accelerare la pratica e di potersi recare presso il magistrato competente già sabato mattina per mettere a posto i documenti, gli è stato risposto che la pratica non sarebbe stata inviata al Tribunale prima di domenica sera. Questo mi fa pensare che c’è stata la volontà di qualcuno di bloccare il nostro spettacolo, visto che la messa in scena era prevista appunto fino a domenica.»
Però siete riusciti a fare lo spettacolo sia giovedì che venerdì…
«In realtà il tentativo di bloccare anche lo spettacolo di venerdì c’è stato, solo che non ci sono riusciti per questioni di orario. Gli spettatori erano già arrivati, troppo tardi per bloccare tutto. Oltretutto è stato un successo strepitoso, la gente non smetteva di applaudire, non volevano farci andare via. Abbiamo parlato della nostra amata città con toni molto forti, il nostro è uno spettacolo che è una grande dichiarazione d’amore per Napoli, una dichiarazione che però è anche una denuncia di quello che la città di Partenope è diventata oggi, rovinata da una classe dirigente incapace e corrotta. E` mai possibile che per salvare questa città deve prima fare “Unalampa”? Così probabilmente qualche fascistello non ha gradito il nostro spettacolo e ha trovato un cavillo per bloccarlo. Il Sannazzaro è un teatro sicurissimo e tenuto come una bomboniera, se si fosse davvero voluto risolvere il problema, non ci sarebbero stati ostacoli per rinnovare il certificato di agibilità in poche ore. Però noi non ci arrendiamo, torneremo al nostro pubblico per lanciare il nostro grido d’amore per Napoli più forte di prima. Chi ha ritenuto di bloccarci resterà deluso. In fondo ci ha fatto solo tanta pubblicità. Noi andremo avanti per la nostra città e per il nostro pubblico, non ci lasceremo intimorire troppo facilmente».