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Scuola, per il rientro la ministra si gioca i pannelli in plexiglas

Come si tornerà a scuola a settembre? In videoconferenza, la ministra Lucia Azzolina ha spiegato di avere «preso in considerazione due opzioni», una da adottare in caso di contagio «meno veloce» e la seconda in caso di necessità di «mantenere misure di distanziamento». A seconda dell’evoluzione dell’epidemia, potranno essere installati «pannelli in plexiglass nelle aule a compartimentare i banchi» e, se necessario, «tensostrutture e opere di edilizia leggera nelle aree esterne degli istituti scolastici».

Quanto ai doppi turni, «non penso siano possibili sdoppiamenti delle classi», ha spiegato Azzolina. «Guardo piuttosto a una rimodulazione dell’unità oraria», vale a dire i 40 minuti di lezione al posto dell’ora. Al posto delle mascherine, gli studenti «potranno utilizzare le visiere»: in questo modo si potrà andare incontro alle esigenze di studenti con difficoltà respiratorie.

La «stella polare» per il rientro a settembre sarà comunque «la sicurezza». Nei prossimi giorni saranno chiuse le linee guida sulla riapertura che seguono le doppie indicazioni del Comitato tecnico scientifico e del Comitato ministeriale, «poi le invieremo ai dirigenti scolastici». Le famiglie avranno un ruolo importante: «Dovranno misurare la temperatura ai bambini prima di mandarli a scuola».

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel videoincontro, ha garantito che «l’obiettivo è quello di tornare a scuola tutti insieme, in piena sicurezza. Dobbiamo rientrare in presenza, guardarci negli occhi. Sulla scuola tutti noi giochiamo una partita importante, parliamo del percorso formativo dei nostri ragazzi. L’emergenza ci ha preso all’improvviso, non è stato possibile organizzare diversamente la resilienza: abbiamo dovuto chiudere gli edifici scolastici. Sulle risorse abbiamo realizzato diverse cose, ma dobbiamo sempre tener conto del cerbero che si chiama ragioniere dello Stato».

E, per quanto riguarda la didattica a distanza, ha spiegato: «Abbiamo tutti imparato qualcosa in questi mesi di videolezioni, ma ci sono state distorsioni. Le famiglie non erano preparate, alcune non disponevano di dispositivi elettronici sufficienti. Questo è il futuro, io ho un figlio piccolo ed è impossibile staccarlo dal cellulare», ha aggiunto. «Fino a quando tutto il Paese non avrà un accesso gratuito a internet, però, la didattica a distanza continuerà a evidenziare il divario digitale che già esiste».

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