Uscirà nelle sale cinematografiche il 13 gennaio “America Latina”, il nuovo film dei fratelli D’Innocenzo. Una pellicola di introspezione psicologica a metà tra il noir ed il thriller, che vede ancora una volta Elio Germano in un ruolo valsogli la fama e la notorietà tipiche di un grande attore.
I fratelli D’Innocenzo hanno abituato gli spettatori ad una tipologia di cinema profetico ed intenso, simile a quello del regista Lars Von Trier. Con personaggi fragili, disperati, pronti a sgretolarsi finendo in frantumi come vasi di porcellana.
La conferenza stampa è avvenuta tramite piattaforma Zoom, e durante la stessa i fratelli D’Innocenzo hanno approfittato per parlare anche del loro nuovo libro, intitolato “Trilogia”, edito per “La nave di Teseo”, una raccolta accurata di tutte le sceneggiature dei due gemelli romani. La conferenza si è rivelata soprattutto un’occasione per discutere di argomenti di un spessore. È ciò che accade quando si ha a che fare con persone di una certa levatura morale e di una sopraffina cultura.
Non si tratta però di eccessivi slanci autoreferenziali, come diversi hater hanno sostenuto sui social, scatenando un’arguta e giustificata difesa da parte dei registi.
UN FILM NATO DI GETTO
“America Latina” è un film realizzato d’emblée, a differenza di altri lavori che si sono rivelati il frutto di anni ed anni di sviluppo produttivo. Ciò non equivale a negare il ragionamento alla base di questo lavoro, ma ad accentuare l’importanza del ruolo giocato dall’istinto. E’ la conseguenza inconscia del periodo storico che stiamo vivendo, che ci costringe a fare i conti con i timori più reconditi del nostro animo. Paure ancestrali e radicate in noi, che aspettavano solo di emergere con estrema violenza”. Queste le parole di Fabio D’Innocenzo, dichiarate in collegamento da New York.
IL TEMA DELLA VULNERABILITA’ IN “AMERICA LATINA”
“La paura e la vulnerabilità sono due facce della medesima medaglia, e rappresentano due delle tematiche cruciali del film. Io per primo sono vulnerabile ed ho paura a causa della vita stessa”, ha dichiarato Damiano D’Innocenzo. Ha altresì affermato che il palcoscenico può essere un ottimo vademecum per fronteggiare la timidezza e la paura, purché lo si affronti con serietà.
Bisogna continuare a sorridere alla vita, il che non significa non avere paura ma essere dotati di un “Daimon” (Demone) più forte di qualsiasi dolore. Il saggio Nietzsche ricordava “Ha cuore chi conosce la paura ma la domina, chi guarda l’abisso ma con fierezza”. Guardare la vita nei suoi meandri più profondi, fissandola negli occhi e sfidando il suo divenire impetuoso e continuo.
ELIO GERMANO, IL MAGISTRALE INTERPRETE DI“AMERICA LATINA”
Si è rivelato come sempre un attore all’altezza di ogni aspettativa Elio Germano, il cui ruolo toccatogli non era affatto facile.
“Quando si lavora con Fabio e Damiano si scopre ogni giorno qualcosa, ed è sempre un immenso piacere. Il film racconta la storia di una ferita che si dipana, ma la possibilità di essere feriti è ciò che contraddistingue l’umanità. Il cinema è un viaggio nei meandri più reconditi dell’animo, un sacrificio professionale che ripaga alla luce delle soddisfazioni che porta. Ciò che appare nel film peraltro è il frutto di un altro lavoro svolto da Fabio e Damiano al montaggio, abbiamo cercato volta per volta di stupirci di quello che sarebbe successo”, ha dichiarato l’attore in conferenza stampa.
LA FAMIGLIA
Snodo cruciale del film “America Latina”, il ruolo della famiglia, tematica comune agli altri film dei fratelli D’Innocenzo. “La famiglia spesso può essere focolare ingombrante ed opprimente, come abbiamo svelato in tre dei nostri film; stavolta è diverso. Con “America Latina” abbiamo scelto di risaltare l’importanza della famiglia, rielaborata in chiave moderna. La famiglia di questo film è fondata sull’amore, non conta se reciproco, non corrisposto, sopito o abbandonato. Percepire la concezione di famiglia in questo determinato periodo storico è stato il nostro modo di guardare il mondo, e di elaborare il film. Un film della famiglia D’Innocenzo, ovvero di tutte le persone con cui abbiamo la fortuna di collaborare, basato sulle sensazioni visive e sulle immagini, realizzato sotto forma di documentario”, le parole di Fabio D’Innocenzo.
LA CURIOSITA’ INTELLETTUALE RENDE IMMORTALI
“Il giorno in cui smetteremo di avere qualcosa di interessante da raccontare, curiosità intellettuali, ci spegneremo definitivamente. Questo film è stato un’efficace ricerca per immagini, rispetto ai film precedenti che erano più improntati al dialogo. Abbiamo fatto questa scelta per privilegiare un cinema ormai d’antan, visto che assistiamo a proiezioni molto parlate in cui però vi è ben poco da raccontare. Siamo ingordi di cinema, il nostro è un melting pot, un vero e proprio calderone di personaggi, trame, coralità, immagini, curiosità.
Il cinema è stata la nostra salvezza, e continua ad essere la nostra scintilla di eternità”.