“Avranno anche le case con i rubinetti di oro ma sono come i topi, sono costretti a vivere nelle fogne per paura, se tutto va bene di fare un bel numero di anni nelle carceri. E quando non va bene si ritrovano al cimitero”. In questo modo il cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo metropolita di Napoli, ha parlato dei malavitosi ed in genere della criminalità nel corso dell’omelia per la giornata dei defunti.
“Chi mette la sua vita a disposizione del male e della violenza, dell’odio e del rancore – ha affermato Crescenzio Sepe – fa della sua vita un emblema di quel male che cerca di sopraffare continuamente, già vive l’inferno adesso perché queste organizzazioni malavitose, questi camorristi, questi mafiosi – ha aggiunto – vivono l’inferno”. Secondo il cardinale Sepe dobbiamo aprirci al più bisognoso: “Abbiamo una missione: non dobbiamo chiuderci, ma aprirci al più bisognoso, a chi ha più necessità”. “Quando riusciamo a fare qualcosa per la crescita umana, civile e religiosa per l’altro – ha affermato – allora noi siamo felici”. “Il bene che state facendo non sarà mai perso – ha aggiunto – Il nostro compito è vivere bene e combattere il male”. Il fatto che ha portato ad un monito così duro l’Arcivescovo metropolita di Napoli è quanto accaduto giovedì sera a Pozzuoli, in provincia di Napoli, nel quartiere Monteruscello. Una festa come quelle per i santi del paese, con fuochi d’artificio e canzoni neo-melodiche, ha festeggiato la scarcerazione di due boss di rango: Silvio De Luca, 41 anni, conosciuto come “Silviotto ‘o nanetto’ ” e Giovanni Illiano, 48, soprannominato “fasulillo” (“fagiolino”). Il condominio del rione di case popolari dei “600 alloggi”, una delle piazze di spaccio della zona, si è mobilitato con fuochi di artificio, fiumi di champagne ed anche l’esibizione di un cantante neo-melodico, Anthony, conosciuto anche come autore di canzoni, per celebrare il ritorno dal carcere dei due boss. Canzoni dedicate a tutti i detenuti ancora in carcere. Una delle canzoni neo-melodiche più applaudite sarebbe stata dedicata ad un latitante soprannominato “O fantasma”. Almeno un centinaio di persone hanno preso parte alla festa. Il tutto è stato organizzato senza alcuna autorizzazione comunale ed in disprezzo dell’ordinanza di divieto di fuochi d’artificio emessa dal sindaco di Pozzuoli. I due scarcerati sono legati al clan Beneduce-Longobardi ed hanno scontato 10 anni di pena De Luca ed 8 anni Illiano. Entrambi per estorsione. Illiano era scampato ad un agguato proprio nel rione dei “600 alloggi”. Su quanto successo sono in corso le indagini dei Carabinieri, che hanno già ascoltato i primi testimoni. Unanime la condanna delle istituzioni e della società civile per l’accaduto.
Il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia dice: “Pozzuoli non è una città di camorra e provo disprezzo assoluto verso chi ha voluto omaggiare il ritorno dal carcere di membri appartenenti ai clan. Loro, i camorristi, non sono nessuno, non valgono nulla. Rovinano soltanto l’immagine di una terra e di una comunità di gente perbene che lotta ogni sacrosanto secondo per affermare regole, rispetto e legalità”, aggiungendo: “C’è lo Stato, ci sono le istituzioni e le nostre porte sono sempre aperte per ascoltare tutti coloro che si trovano in difficoltà. E’ grave e pericoloso avere come punto di riferimento gente che con la legalità non ha nulla da condividere. Ed è grave ancora di più che non si riesca a capire che in questo modo si distrugge il futuro dei propri figli”.