Non vogliono Avellino città e da mesi stanno provando a farlo capire, anche senza mezzi termini, scrivendo direttamente a Prefetto e Regione Campania. I quindici Comuni che con Avellino rientrano nell’Ambito A4 (Altavilla, Capriglia, Chianche, Cervinara, Grottolella, Petruro, Pietrastornina, Prata, Roccabascerana, Rotondi e Torrioni) hanno inviato l’ennesima richiesta di modifica dell’Ats e di convocazione del coordinamento istituzionale del Piano di Zona al sindaco del capoluogo Paolo Foti, al governatore campano Stefano Caldoro e al Prefetto di Avellino Carlo Sessa per discutere della gestione del PdZ in autonomia. Una diatriba che va avanti da oltre un anno con aspri botta e risposta tra Capofila e Comuni e inevitabili implicazioni di natura politica, riaccesasi in concomitanza con l’imminente pubblicazione dei bandi di selezione per l’erogazione dei servizi sociali.
“Ancora una volta occorre registrare la scarsa, se non assoluta inaffidabilità, di personaggi del pur variegato e colorito panorama politico provinciale”. È il commento dell’assessore alle Politiche sociali del Comune di Avellino, e vicesindaco dell’amministrazione Foti, Stefano La Verde, che continua: “Dichiarazioni ufficiali, impegni e atti pubblici anche importanti, improvvisamente diventano carta straccia. Ne avevamo già avuto prova con le dichiarazioni pubbliche di un amministratore che in maniera solenne annunciava il ritiro di ogni contenzioso con il Comune di Avellino, smentito poi dai fatti, in quanto il Comune di Avellino ha dovuto affrontare un contenzioso vincendolo”.
“È sconcertante ma non troppo – prosegue l’assessore – verificare che le prese di posizione di questi amministratori vengano alla vigilia della pubblicazione dei bandi di selezione per i servizi sociali da erogare alle popolazioni dell’Ambito A04. A questa gente avvezza a farsi guidare e soprattutto a chi probabilmente in questi bandi vede la fine di un monopolio di gestione, il fatto di voler effettuare procedure di selezione con la massima trasparenza, la massima pubblicità e la dovuta attenzione, non è facilmente accettato. Eppure il Comune di Avellino, e in particolare la persona dell’assessore alle Politiche sociali, ha assunto sempre e comunque mantenuto impegni che altrimenti la Convenzione probabilmente non avrebbe consentito”.
La Verde non solo attacca i colleghi dei comuni vicinori, ma difende fortemente l’operato di Avellino: “Purtroppo subentra l’amara constatazione che se per il Comune di Avellino i servizi sociali sono qualcosa di serio e necessario, da non considerare in maniera superficiale e da non licenziare in maniera frettolosa, per altri tale condizione e tale considerazione non sussiste. Il fatto stesso che si voglia, da parte di alcuni sindaci, far convocare senza nemmeno un minimo di consultazione un coordinamento istituzionale con la data, l’orario, la sede e l’ordine del giorno appare irrituale, irriguardoso, irriverente e irricevibile. Probabilmente, a parte l’educazione, non si conoscono nemmeno le regole della Convenzione. Nemmeno è ipotizzabile che il Comune di Avellino venga considerato al pari di una Cassa Depositi e Prestiti da parte di chi esige l’erogazione dei servizi a fronte del mancato versamento di quanto dovuto per la costituzione del Fondo Unico d’Ambito. Eppure lo stesso Comune di Avellino, Comune capofila (che ha versato interamente la sua quota del Fua), aveva dato ampia disponibilità e tenuto in debita considerazione le riferite difficoltà economico-finanziarie degli enti appartenenti all’Ambito A04”. “Probabilmente si riteneva o si ritiene – conclude La Verde – che il Comune di Avellino in quanto Comune capofila debba provvedere, a prescinde, ai bisogni dell’intera popolazione dell’Ambito. Potremo ancora parlare di altre vicende, ma preferiamo continuare a lavorare dimostrando la capacità di essere Comune Capofila. La riprova sarà data con la pubblicazione dei bandi di selezione per i servizi sociali che saranno la risposta concreta alle legittime aspettative della popolazione dell’Ambito. Da parte del Comune di Avellino non vi sarà nessun tentativo di trattenere chicchessia, ma da oggi in poi varranno tutte le prerogative che la Convenzione assegna al Comune capofila, non derogando più da quelle che sono le norme e le regole in essa previste”.