Si sblocca il disegno di legge contro l’omotransfobia al Senato: è stato incardinato nella commissione Giustizia dopo settimane di polemiche, rimpalli pressing e resistenze. Messa ai voti la calendarizzazione, è passata con 13 sì e 11 no. A chiedere da tempo l’avvio della discussione sono Pd, M5s, Leu e Italia viva. Contrario il centrodestra. Il provvedimento è stato approvato in prima lettura alla Camera il 4 novembre 2020.
Immediata la reazione di Alessandro Zan, deputato Pd e relatore del ddl, che su Twitter ha scritto: “La legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo è stata calendarizzata in Commissione Giustizia al Senato. Finalmente ora può iniziare la discussione anche in questo ramo del Parlamento, per l’approvazione definitiva”.
Posizione diversa, quella della Cei, che esprime dubbi e sente “il dovere di riaffermare serenamente la singolarità e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna”. Critiche anche dal Family Day, che esprime “tutto il suo sconcerto e grande delusione per la decisione della Commissione giustizia del Senato di incardinare il ddl Zan. Pd, M5s, Leu e Italia viva sono degli irresponsabili e violano l’appello all’unità del premier Draghi e del presidente Mattarella, portando avanti una proposta inutile e dannosa. Il centro-sinistra ha rifiutato di ascoltare il grido delle associazioni familiari, dei vescovi italiani, delle femministe e di tante voci di estrazione liberale che hanno espresso molte perplessità su questo provvedimento liberticida”.
Il provvedimento, se approvato, istituirebbe il carcere per chi commette atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità. Prevista anche l’istituzione di una giornata nazionale contro l’omofobia e lo stanziamento di 4 milioni di euro per strutture che operano in questo ambito.
Skytg 24