Silvia Romano, la 24enne liberata in Somalia dopo il rapimento, ha scritto un post su Facebook parlando della sua condizione. “Non vedevo l’ora di scendere da quell’aereo, per me contava solo riabbracciare le persone più importanti della mia vita, sentire il loro calore e dirgli quanto le amassi, nonostante il mio vestito. Vi chiedo di non arrabbiarvi per difendermi, il peggio per me è passato, godiamoci questo momento”, riporta Tgcom.
Nel post, la giovane ha voluto dire “grazie, grazie, grazie” a “tutti gli amici e le amiche che mi sono stati vicini con il cuore in questo lungo tempo”. E ha ringraziato anche “chi non era un amico, ma un conoscente o uno sconosciuto e mi ha dedicato un pensiero. A tutti coloro che hanno supportato i miei genitori e mia sorella in modo così speciale e inaspettato: scoprire quanto affetto gli avete dimostrato per me è stato ed è solo motivo di gioia, sono stati forti anche grazie a voi e io sono immensamente grata per questo”.
“Sono felice – prosegue – perché ho ritrovato i miei cari ancora in piedi, grazie a Dio, nonostante il loro grande dolore. Perché ho ritrovato voi, tutti voi, pronti ad abbracciarmi”. “Io ho sempre seguito il cuore e quello non tradirà mai”, ha concluso. Intanto continuano ad arrivare mazzi di fiori davanti al portone del palazzo di Milano dove vive Silvia. “Non sono interessata, qui non ci sono morti”, ha detto la madre affacciandosi al portone, prendendo solo i biglietti dei mazzi ma lasciando a terra i fiori. Nessuna altra dichiarazione dalla donna, che è subito rientrata in casa.
Continuano anche le minacce e gli insulti sui social. Da quanto si è saputo, è la stessa giovane a indicare, inviando anche gli screenshot dei messaggi minatori e degli insulti, agli inquirenti e investigatori milanesi che indagano per minacce aggravate.