Economia e Welfare

Siria, L’O.N.U., dopo il raid aereo Siriano chiede il cessate il fuoco e la fine di ogni ostilità

A provocare l’escalation è l’attacco aereo portato a segno secondo le prime indiscrezioni dalle truppe di Assad, il numero accertato delle vittime è di   33 soldati turchi. E’ stata questa la notizia che ha portato António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, a chiedere un «immediato» cessate il fuoco nella provincia di Idlib-Siria nordoccidentale. In un comunicato diffuso dal palazzo di Vetro si legge che Guterres ha dichiarato di «seguire con preoccupazione l’escalation a Idlib, palesando che «non esiste una soluzione militare al conflitto in Siria e che l’unica soluzione possibile è data da un processo politico sostenuto dalle Nazioni Unite nel rispetto della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza» dell’Onu». Inoltre, si è dichiarato preoccupato per le «conseguenze che le azioni militari nel nordovest della Siria possono avere sulla popolazione civile. Senza una azione urgente, le conseguenze dell’escalation peggiorano di ora in ora».

 

L’attacco contro i soldati turchi ha avuto luogo nella zona di Behun, dove da settimane,  in questa particolare regione del nord-ovest siriana, sono in corso duri scontri tra le forze governative di Damasco, appoggiate dalla Russia, e le milizie ribelli, sostenute dalla Turchia. Anche Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato, ha annunciato la convocazione del Consiglio del Nord Atlantico, ai sensi dell’articolo 4 del Trattato di Washington, che si riunirà a seguito della richiesta turca di avviare consultazioni sulla Siria. In base a tale articolo, ogni alleato può richiedere consultazioni ogni volta che, a giudizio di uno di essi, ritenga sussistere una minaccia alla propria integrità territoriale, indipendenza o sicurezza. Lo stesso Stoltenberg, ha chiesto la «fine immediata delle ostilità, sottolineando che «per allentare la tensione, tutte le parti devono evitare questa terribile situazione e vanno migliorate le condizioni umanitarie». Il Consiglio del Nord Atlantico, comprende gli ambasciatori di tutti e 29 gli alleati della Nato, più la Repubblica di Macedonia del Nord in qualità di paese invitato, prossimo membro dell’Alleanza atlantica a tutti gli effetti. Oana Lungescu, portavoce della Nato, ha dichiarato all’agenzia di stampa Anadolu, «Un appello è stato quindi rivolto al regime di Damasco e agli alleati russi, perché rispettino il diritto internazionale e sostengano gli sforzi dell’Onu per portare la pace nel paese». Fonti diplomatiche hanno riferito di «un colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri turco, Mevlüt Çavuşoğlu, e lo stesso segretario generale della Nato. Il contenuto della conversazione non è stato reso noto. Stamane su Twitter Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza comune, ha scritto, «non vorrei che si corresse il rischio di scivolare in un grande e aperto confronto militare internazionale». Il presidente turco da Ankara, Recep Tayyp Erdoğan, dopo aver convocato d’urgenza il Consiglio di sicurezza nazionale, ha ordinato una vasta operazione militare contro «tutte le posizioni di Assad». Inoltre, fonti governative ad Ankara hanno reso noto che la Turchia non intende bloccare più alle sue frontiere i rifugiati siriani che intendano recarsi in Europa. Secondo queste fonti, si tratterebbe di un’iniziativa di fatto presa probabilmente come reazione al mancato sostegno che la Turchia lamenta a Idlib, da dove un milione di persone sono fuggite dai combattimenti verso il confine turco.

A cura di Raffale Fattopace

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