Sono migliaia i civili che stanno fuggendo in queste ore dai combattimenti nella provincia di Deir Ezzor nell’est della Siria, dove si affrontano le formazioni curde sostenute dalla coalizione internazionale a guida statunitense e i jihadisti del sedicente stato islamico meglio noto come IS. Nelle ultime 24 ore, considerando i circa tremila sfollati il numero sale a 11.100 tra civili sfollati a dicembre. Queste persone, hanno raggiunto le zone in mano ai curdi delle Forze Democratiche Siriane cosiddette FDS. Stando a quanto viene diffuso da fonti di stampa ci sarebbero tra i civili in fuga anche centinaia i miliziani dell’Is che stanno cercando di lasciare la provincia di Deir Ezzor. Le Forze Democratiche Siriane, hanno arrestato più di cinquecento miliziani che si erano infiltrati tra la popolazione. L’Osservatorio Siriano dei Diritti Umani voce dell’opposizione in esilio a Londra ha detto «di non avere informazioni chiare sul numero di civili che vivono ancora sotto il controllo dell’Is». La scorsa settimana le Nazioni Unite hanno stimato in seimila i civili intrappolati dai jihadisti a Hajin, città vicina a Deir Ezzor. Sul piano militare, da segnalare che nelle ultime ore le FDS hanno lanciato un’offensiva contro l’IS a Kishmah. Le formazioni curde sono avanzate velocemente da Abu Hassan, conquistata ieri, e hanno attaccato diverse postazioni jihadiste. I miliziani non si aspettavano un’azione così rapida e si sono fatti trovare impreparati. Secondo testimoni locali, i combattenti curdi hanno neutralizzato in breve tempo le linee di difesa dell’Is all’esterno della città, obbligando i jihadisti a ritirarsi al suo interno. Poi hanno istituito presidi fissi e da lì hanno cominciato a spingere verso il centro. Secondo, diverse fonti Rimarrebbero, poche ore alla caduta di Kishmah. Intanto, la tensione cresce anche nel nord del paese. Negli ultimi due giorni il governo di Damasco ha inviato truppe e mezzi militari alle porte di Manbij, città della Siria settentrionale controllata dalle forze curde, a pochi chilometri dal confine con la Turchia.
Raffaele Fattopace