Spacciare in abiti di Carnevale ….avviene anche questo in Irpinia.
Nuovi arresti per spaccio di stupefacenti ad Avellino. Il mondo della droga se non cambia pelle cambia maschera. L’attivita’ investigativa della Squadra Mobile della Questura di Avellino guidata dal vicequestore Marcello Castello e coordinata dalla procura della repubblica di Avellino Rosario Cantelmo.Tre persone sono state arrestate, tra queste una donna di mezza età che usava maschere per cedere cocaina. Dosi su ordinazioni e pusher itineranti. Indagini strutturate, lunghe e complesse che hanno portato alla luce un sistema di spaccio sui generis. Una donna di 51 anni con fare provocante e con la maschera di turno cedeva dosi di cocaina a ragazzi nei locali della movida avellinese. Non solo, cercava con toni e modi ammalianti di adescarne nuovi. L’altro, un 28 enn, cedeva eroina al posto di cocaina. Un terzo complice è irreperibile ma ricercato.
Avellino sembra uniformarsi alle altre cittaà; nel bene e nel male quello dello spaccio di droga è un fenomeno allarmante in Irpinia.
Le indagini hanno consentito di ‘smascherare ‘ tre persone dedite allo spaccio di stupefacenti, ognuna con un proprio ruolo.Determinante la collaborazione di alcuni assuntori di droga che hanno deciso di collaborare con le forze dell’ordine.
Il procuratore della Repubblica Rosario Cantelmo ha più volte sottolineato l’importanza della fiducia nelle Istituzioni, soprattutto da parte dei giovani.
La consapevolezza e la voglia di ricominciare, naturalmente non basta a uscire fuori dal mondo della droga. Sono tante le strutture sul territorio regionale e provinciale che si occupano di recupero di tossicodipendenti. A questp proposito, abbiamo chiesto un parere al presidente del Centro socio-educativo per diversamente abili e non, Enzo Aprea Franco Fioretti, da anni impegnato nel sociale.
Presidente Fioretti, lei ,impegna i ragazzi immediatamente sul campo. Ci spieghi come..
“L’integrazione tra diversamente abili e normodotati è fondamentale per capire l’importanza di poter scegliere di non drogarsi più. A contatto con il dolore si matura. Spesso i ragazzi che hanno avuto problemi di droga sono riusciti a superarli confrontandosi con chi non ha possibilità di scelta. Un diversamente abile non puo’ vivere libero la sua vita. Uno spacciatore o un tossicodipendente riescono a vincere il loro problemi che diventa una scelta che nasce dal profondo”.
Quali sono le attività del centro Aprea, come vengono aiutati i ragazzi ?
“I ragazzi vengono ascoltati da esperti, operatori e soprattutto sono di supporto ai disabili. Ci sono laboratori musicali, teatrali e di ceramica. Quanto basta per fare squadra e creare gruppo”.
Una volta finito il percorso al centro, i giovani che sono riusciti a non ricadere nel tunnel della droga mantengono un contatto con gli operatori del centro Aprea?
“Si, certo. Alcuni di loro sono i nostri volontari in gita al mare i o in montagna o nelle tante trasferte che organizziamo in giro per l’Italia sono un aiuto prezioso. Bisogna credere nella vita, in ogni sua sfumatura, la diversita’ arricchisce e a volte guarisce”.