Portici ha una nuova giunta. Rispetto alle indiscrezioni di qualche giorno fa qualcosa è stato confermato, come l’ingresso di Valentina Maisto in qualità di assessore in quota GO (giovani organizzati). Altre notizie sono state invece contraddette. Nonostante il confermato invito del sindaco Nicola Marrone all’avv. Leopoldo Spedaliere, ex sindaco e ex amministratore della Tess, il suo nome non fa parte della lista degli assessori.
Il sindaco lo ha scritto sul suo profilo Facebook: «Prendo atto con profondo rammarico della decisione di Leopoldo Spedaliere al quale mi legano rapporti di sincera amicizia e grande stima, di carattere politico e professionale. La proposta a lui indirizzata, condivisa dal movimento civico e dalle altre forze politiche della coalizione, trovava la sua ragion d’essere nella straordinaria opportunità per l’amministrazione comunale di fruire della sua preziosa esperienza e null’altro. Occorre, quindi, rispettare la decisione di un uomo, che immagino sofferta, che ha dato ancora una volta dimostrazione del suo valore, augurandomi che voglia continuare a fornirci il senso della sua vicinanza politica e personale nel percorso di rinnovamento e rilancio della nostra città.»
Marrone ha trattenuto per se`, dopo il rifiuto di Spedaliere, la delega ai lavori pubblici.
Dopo avere dato voce in precedenza al capogruppo del PD in Consiglio Comunale, ci è sembrato doveroso stavolta sentire direttamente da Spedaliere il motivo del suo rifiuto.
Perché ha rifiutato l’incarico? Solo per non “inasprire i rapporti tra le forze politiche di Nicola Marrone e il Partito Democratico”, come abbiamo letto?
«E` una questione complessa e delicata. Difficile spiegarla in poche parole».
Cominciamo col fare chiarezza. Ma lei la tessera del PD ce l’ha o come qualcuno in giro afferma è stato sospeso dal Partito?
«Certo che ce l’ho, ho in tasca la tessera firmata dal segretario Amedeo Cortese, evidentemente alcune persone sono poco informate».
I suoi problemi allora non sono con il PD in generale? Riguardano dunque il partito locale?
«Consideri il PD a Portici ha circa 1000 iscritti, ma alle assemblee cittadine non ci sono mai più di 60/70 persone. Questo è sintomo di quanto la gente non li segua più, di quanto questo Partito sia rinchiuso in se stesso. E’ per questo che hanno perso le elezioni».
Ma le elezioni le hanno perse perché alcuni pezzi del PD sono stati convogliati dall’altra parte…
«Mi piace ricordare che anche Marrone viene dal PD, è stato assessore della precedente giunta Cuomo, è un sindaco molto vicino al Partito Democratico, ultimamente ha anche votato alle primarie».
In effetti io ho ricordato nel precedente articolo che ha fatto campagna elettorale per un candidato del PD per le ultime elezioni europee.
Infatti è cosi, lo sanno tutti, è la verità
Ma allora il problema quale è Vi è forse una gestione padronale da parte di qualche persona specifica?
«No, è tutto il sistema che è sbagliato. Addirittura a Portici il ricambio generazionale, la cosiddetta “rottamazione”, sta avvenendo sostituendo ai nomi dei padri i nomi dei figli.
Senta, so che il segretario del PD, Amedeo Cortese, avrebbe detto che io sono il vecchio mentre loro sono il nuovo. Io dico che se questo è il nuovo davvero non si va molto avanti».
Lei ha ricordato che il sindaco Marrone è di ispirazione democratica, però il PD porticese gli imputa di avere fatto la giunta prima con l’UDC e con pezzi della destra, ora anche col sostegno di Ciotola, del NcD.
«E si scandalizzano per questo? Nello stesso momento storico in cui Renzi governa con Alfano? In cui anche a livello locale le giunte che prevedono le larghe intese sono così numerose? La storia recente ci ha insegnato che, visto che senza numeri non si fanno maggioranze, è lecito allearsi per il bene del paese. Poi sa che le dico? Se il PD avesse voluto appoggiare Marrone, probabilmente il Sindaco non ci avrebbe messo molto a fare le opportune scelte. L’obiettivo di un partito con così grandi numeri come il PD dovrebbe essere quello di rendere la città governabile, invece l’obiettivo sembra essere diventato “distruggere Marrone”».
Messa così in effetti sembrerebbe più una partita a Risiko che una lotta politica per il governo di una città, una città che molte volte è stata scenario di singolari laboratori politici e che neanche stavolta smentisce le sue peculiarità