Si è tenuto stamattina, nella Casa circondariale di Napoli Secondigliano, il concerto dell’ensemble “Gli anelli di Saturno”, con la partecipazione della pianista Paola Volpe e del tenore Alessandro Fortunato.
Un turbinio di emozioni generate dal suono di due chitarre, due mandolini, due violoncelli e dalla melodia del pianoforte e dalla voce del tenore. Un momento ancor più magico dettato dal fatto che uno dei musicisti è un detenuto, già maestro di musica, che è tornato a far vibrare le corde del suo strumento.
Un momento di distensione per i ristretti del Polo universitario penitenziario, ma anche un’occasione di riflessione su se stessi e sugli altri, sul potere consolatorio della musica, che unisce le persone e abbatte i pregiudizi.
Nel corso del concerto, ha preso la parola la direttrice della Casa circondariale di Secondigliano: «Momenti come questo dovrebbero rappresentare l’ordinarietà – ha esordito Giulia Russo -. Spesso ci lamentiamo della quotidianità, ma questa ci consente di coltivare la bellezza. Oggi qui stiamo coltivando bellezza. Stiamo vivendo emozioni. Tutto questo serve a noi, a voi che un giorno, oltre queste mura, avrete un futuro di cui occuparvi».
Il Garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittive della libertà personale, Samuele Ciambriello, dopo aver citato la riflessione di Albert Camus, secondo cui “c’è la bellezza e ci sono gli oppressi. Per quanto difficile possa essere, io vorrei essere fedele ad entrambi”, ha così commentato: «La musica ha il potere annullare le distanze, di avvicinare anche quelli che si credono inavvicinabili La musica è bellezza e noi dobbiamo sempre ricordare di praticare e coltivare, nella nostra vita, la bellezza».