Si è tenuta ieri presso la federazione provinciale del Pd a Benevento la conferenza stampa avente come tema il rischio ambientale che il Sannio, e in particolare i comuni di Casalduni e Fragneto Monforte, corrono a causa del sovradimensionamento dello Stir di Casalduni. E’ stata la consigliera regionale Giulia Abbate, esponente dei democratici, a convocare la stampa per annunciare un’interrogazione nella giornata di domani all’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano. La Abbate ha puntato il dito contro l’amministrazione Caldoro. «Come è possibile – ha dichiarato la Abbate – che nel corso di questi anni, la Regione Campania non si sia mai interessata al tema dello Stir di Casalduni? È possibile che il governatore Caldoro non sia a conoscenza del continuo aumento di miasmi proveniente da quelle zone? Chi e perché permette che rifiuti provenienti da altre regioni, vengano stoccati nello Stir di Casalduni?». La consigliera regionale ha poi elencato una serie di dati meritevoli di attenzione. «Il 24 Ottobre scorso – ha proseguito – l’Arpa Campania, dipartimento di Benevento, ha evidenziato che su un totale di 11 sopralluoghi effettuati nell’arco temporale di 41 giorni, sono state riscontrate difformità nei rifiuti conferiti, rispetto al codice autorizzato, in almeno 7 sopralluoghi. Dal report, risulta il conferimento di rifiuti di altra natura(fibre di amianto, pneumatici, materiali ferrosi) e il risultato giustifica le preoccupazioni delle popolazioni locali per la sostanziale inefficacia dei controlli a monte da parte della Regione Calabria, in violazione dell’accordo stipulato con la Regione Campania». Tuttavia, l’intervento della Abbate, come ha lasciato intendere ella stessa, non era teso a creare alcun tipo di allarmismo, ma solo ed esclusivamente a fare chiarezza. Cosa sta accadendo nel Sannio? Una terra, che fino a qualche tempo fa era considerata e vista come un’isola felice? Perché molte cose sono state e vengono ancora taciute? Con la salute dei cittadini, siamo del parere, che non bisogna scherzare. Bene fare chiarezza, dunque, ma è opportuno anche spiegare come, dove e quando si voglia agire. È lecito dunque, attendersi una risposta in merito da parte della Regione, il cui contributo ed intervento, nei mesi e negli anni addietro, è stato assai scarso e infruttuoso!