L’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, la più antica Scuola di sinologia e orientalistica del continente europeo, con una consolidata tradizione di studi nelle lingue, culture e società dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa e delle Americhe, si propone, fin dalle sue origini, come un centro di studio e di ricerca che intende porre in evidenza le differenze e i punti di contatto tra le culture. “L’Orientale” trae le sue origini dal Collegio dei Cinesi, fondato da Matteo Ripa, sacerdote secolare e missionario, che dal 1711 al 1723 aveva lavorato, in qualità di pittore ed incisore su rame, alla corte dell’imperatore mancese Kangxi. Egli condusse con sé, al suo ritorno a Napoli, avvenuto nel novembre 1724, quattro giovani cinesi insieme ad un loro connazionale, maestro di lingua e scrittura mandarinica, primo nucleo della istituzione. Con il passare del tempo, con lo scopo di formare nuovi sacerdoti, furono ammessi alla scuola anche studiosi provenienti dall’Impero Ottomano. Altro obiettivo del Collegio era creare anche interpreti ed esperti nelle lingue dell’India e della Cina al servizio della Compagnia di Ostenda, costituita nei Paesi Bassi con il favore di Carlo VI d’Asburgo, per stabilire rapporti commerciali tra i paesi dell’Oriente Estremo e l’Impero Asburgico, nel cui ambito rientrava il Regno di Napoli. Dal 1736 al 1888, la Congregazione della Sacra Famiglia di Gesù Cristo si occupò dell’educazione dei collegiali e dei convittori. Durante questi anni, dopo l’Unità d’Italia, il Collegio dei Cinesi fu trasformato in Real Collegio Asiatico, struttura divisa in due parti: missionaria e laica, per gli studiosi di lingue asiatiche. Intanto nella scuola si iniziò a insegnare anche arabo e russo, oltre, a partire dal 1878, hindi, urdu, persiano e greco moderno. Nel 1888 la sezione missionaria della scuola fu eliminata del tutto e il nuovo Istituto fu trasformato in un’università, mentre precedentemente, il Real Collegio Asiatico era considerato una scuola superiore secondaria. Agli inizi del Novecento l’università passò dal ministero della Pubblica Istruzione al controllo del ministero delle Colonie. Fu affidata all’accademico italiano Carlo Alfonso Nallino un’opera di riqualificazione volta a trasformare l’Istituto nel centro di formazione del personale coloniale. Quando, con la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia perse quasi tutte le colonie, la scuola non riuscì più a garantire una carriera ai propri studenti e trasformò il proprio corso di laurea in “Scienze Politiche per l’Oriente”. Attualmente l’università possiede tre dipartimenti: Asia Africa e Mediterraneo, Scienze Umane e Sociali e Studi Letterari, Linguistici e Comparati.