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STORIA E TRADIZIONI CAMPANE: LA FESTA DEI GIGLI DI NOLA

La festa dei Gigli di Nola ha una sua storia molto importante, infatti, la storia ci tramanda che il popolo  abbia accolto il  Vescovo con dei fiori, dei gigli per l’esattezza, raccolti nelle campagne e che, alla testa dei gonfaloni delle antiche corporazioni di mestieri, lo abbia scortato dalle rive di  Torre Annunziata fino alla sede Vescovile. In memoria di quell’avvenimento, i Nolani hanno tributato nei secoli la loro devozione a San Paolino, portando in processione ceri e fiori prima su strutture rudimentali, poi su costruzioni denominate cataletti e infine su torri piramidali che nel XIX secolo hanno assunto l’attuale altezza di 25 metri con base cubica di tre metri di lato, per un peso complessivo di oltre venticinque quintali. Tali costruzioni, denominate per l’appunto Gigli sono oggi complesse opere architettoniche realizzate dagli artigiani locali, ricoperte di tradizionali decorazioni in cartapesta . Nel giorno della festa i Gigli vengono portati in processione al ritmo di canzoni e musiche composte ogni anno appositamente per la festa. Gruppi di oltre 100 uomini, che assumono il nome di paranza, sollevano a spalla i Gigli attraverso appositi supporti di legno denominati “varre” e “varrielli” fissati alla base. Con gli 8 Gigli chiamati nell’ordine: Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Panettiere, Beccaio, Calzolaio, Fabbro e Sarto, in ricordo delle antiche corporazioni dei mestieri, attraversa la città una struttura a forma di barca, che simboleggia il ritorno in patria del Santo.

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