Ad Avellino, è situata una piccola cittadina, poco conosciuta alla maggior parte dei lettori, ma molto importante: Avella (oAbellus, il suo nome originario). Si pensa che il nome Avella derivi da una varietà di nocciole famosissima in zona, le nocciole avellane. Tra i tanti illustri autori antichi che riferirono di questo centro abbiamo Virgilio, che la denominò Malifera Abella, cioè “terra feracissima di mele ed altri frutti”, mentre nell’Eneide lo stesso poeta racconta come il piccolo centro si fosse dimostrato coraggioso schierandosi dalla parte di Turno contro Enea. Gli altri che ne portarono testimonianza furono Silio Italico, Strabone, Tito Livio e Plinio, che ne decantarono i prodotti della terra, specialmente le nocciole.strategica, allo sbocco di un valico del Partenio, lungo la riva sinistra del fiume Clanio. La presenza umana sul suo territorio è accertata fin dal paleolitico superiore mentre il primo insediamento abitativo risalirebbe alla fase appenninica. Avella fu originariamente un insediamento del popolo osco; in seguito subì la dominazione da parte della popolazione etrusca e poi da quella sannitica. A tal proposito, la documentazione archeologica esistente offre alcuni reperti, per lo più manufatti, di tipo greco od etrusco. Passata sotto la protezione dei Romani nel 399 a.C., fu civitas foederata, mantenendo il suo ordinamento interno basato sul potere del senato, espressione dell’oligarchia locale alleata dei Romani.