Abbiamo, già nei giorni scorsi, con Marcello Curzio, analizzato i dati drammatici della disoccupazione in Italia.
La risposta alla crisi lavorativa, secondo i ministeri dell’Istruzione, Università e Ricerca, Lavoro ed Economia, è l’alternanza scuola-lavoro.
Il decreto, che prevede il programma sperimentale, andrà in vigore dal prossimo anno scolastico. Gli studenti del quarto e del quinto anno delle scuole superiori svolgeranno, infatti, dei periodi di lavoro in azienda, maturando, così, crediti formativi validi per la maturità.
L’obiettivo dell’apprendistato è quello di dare il via al processo di formazione di professionisti e figure specializzate nel mondo del lavoro, permettendo agli studenti italiani, che abbiano compiuto il 15esimo anno d’età, di inserirsi nei contesti aziendali ancor prima di concludere il proprio percorso di studi.
Per il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti “Questo provvedimento è un’altra testimonianza dell’impegno del governo per favorire nuove opportunità d’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani, assicurando loro un’adeguata qualificazione professionale ed una valorizzazione delle competenze. Per il pieno successo di questo nuovo strumento sarà determinante il ruolo delle imprese, invitate a dare un contributo attivo per aiutare i giovani e costruire il futuro del Paese”.
Le aziende che aderiranno al progetto, pertanto, dovranno dimostrare di avere le carte in regola per la formazione dei giovani apprendisti, rispettando norme di sicurezza e presentando un piano delle proprie possibilità occupazionali in linea con i principi del progetto.
Ogni studente-lavoratore sarà monitorato e valutato, inoltre, sarà accompagnato da un piano formativo personalizzato in linea con il proprio percorso di studi. I giovani saranno seguiti da tutor e rappresentanti del corpo docenti, al fine di assicurare un giusto equilibrio tra ore studio-lavoro (fino al 35% dell’orario annuale delle lezioni).
Ma chi finanzierà un progetto tanto ambizioso? – La domanda sorge spontanea.
Le fonti di finanziamento utilizzate per realizzare percorsi di alternanza scuola-lavoro deriveranno per la quasi totalità dal Ministero della Pubblica Istruzione (MIUR) attraverso l’attribuzione di appositi finanziamenti agli Uffici Scolastici Regionali. Gli stessi, poi, ne disporranno modalità e criteri di assegnazione alle singole scuole. L’assegnazione dei fondi risulta abbastanza diversificato, però, di regione in regione: ad esempio alcune finanzieranno tutti gli ordini di studio, altri destineranno l’intero importo unicamente agli istituti professionali.
Arriva dai banchi del Governo, quindi, la prima mossa per eliminare l’imbarazzante clichè degli studenti lontani dalla realtà lavorativa, andando incontro alle aziende che da sempre lamentano “tanta conoscenza teorica, ma senza alcun fondamento pratico”.
Tale provvedimento è in linea con il programma di rilancio culturale del Paese promosso dal Premier Renzi. Già nei giorni scorsi, infatti, il Presidente del Consiglio aveva annunciato che, attraverso lo sbloccamento del patto di stabilità, verranno destinate alle scuole fondi per circa 2 miliardi di euro, al fine di avviare 7.000 nuovi cantieri, in un piano di edilizia scolastica destinato a coinvolgere 10.000 scuole.
In un’Italia che vuole rilanciarsi in Europa, puntare sui propri giovani e sulla cultura è l’unica via per riuscire nell’obiettivo.
Forse, siamo sulla strada giusta.