Le differenze territoriali del mercato del lavoro tra Nord e Sud è fermo dagli anni ’70. Non solo al Sud l’occupazione è più scarsa rispetto al Nord, ma è anche meno intensa in termini di ore lavorate. Ed è sempre meno stabile e sempre meno qualificata.
Qualche giorno fa il Corriere della Sera ha ricordato di aver pubblicato nel 1972 un articolo in cui un grande meridionalista come Pasquale Saraceno prevedeva che “Il divario fra Nord e Sud verrà colmato solo nel 2020”. Purtroppo, mai previsione fu tanto errata. Soprattutto in questi ultimi anni, l’antica frattura territoriale del mercato del lavoro italiano si è semmai ancor più accentuata, anche ben al di là di quanto risulta dall’indicatore cui si fa più comunemente riferimento, il livello dell’occupazione.
Oggi, in conferenza stampa anche il Premier Draghi, ha sottolineato questo problema. Ecco quanto evidenziato dai colleghi “Ansa”: “Vogliamo fermare l’allargamento del divario e dirigere” i fondi europei e di Next generation Eu “in particolare verso donne e giovani. Il nostro, il vostro successo in questo compito può essere anche un passo verso il recupero della fiducia nella legalità e nelle istituzioni, siano esse la scuola, la sanità o la giustizia”, afferma il premier. “In questa sfida un ruolo cruciale è anche vostro, classi dirigenti. Ma un vero rilancio richiede la partecipazione attiva di tutti i cittadini”, dice il premier. “Voglio ringraziare la Ministra Mara Carfagna per avere organizzato questo confronto sul Sud e sul programma Next Generation EU. Ringrazio anche tutte le realtà istituzionali, sociali e universitarie che sono qui per offrire il loro prezioso contributo. Il governo intende condurre una campagna di ascolto diffusa sul tema, come ha già annunciato la Ministra in Parlamento. La giornata di oggi va dunque intesa soltanto come un primo passo”, afferma il presidente del Consiglio.
“Il programma “Next Generation EU” prevede per l’Italia 191,5 miliardi da spendere entro il 2026. Rafforzare la coesione territoriale in Europa e favorire la transizione digitale ed ecologica sono alcuni tra i suoi obiettivi. Ciò significa far ripartire il processo di convergenza tra Mezzogiorno e centro-Nord che è fermo da decenni. Anzi, dagli inizi degli anni ’70 a oggi è grandemente peggiorato”. “Il prodotto per persona nel Sud è passato dal 65% del Centro Nord al 55%. Negli ultimi anni, c’è stato un forte calo negli investimenti pubblici, che ha colpito il Sud ovviamente insieme al resto del Paese. Tra il 2008 e il 2018, la spesa pubblica per investimenti nel Mezzogiorno si è infatti più che dimezzata ed è passata da 21 a poco più di 10 miliardi”, sottolinea il premier.
Durante la conferenza è intervenuta anche la ministra Mara Carfagna. “Grazie a chi offrirà il suo contributo, a chi darà il suo contributo con idee, proposte e grazie alla presenza del presidente del consiglio Mario Draghi. Con questa iniziativa il Sud dovrà entrare nella sua azione operativa per il cambiamento perché siamo all’inizio di una stagione di rinnovamento e sarà una grande sfida collettiva che uniti dobbiamo cogliere, e anche la trasversalità di questo governo è un’occasione che dobbiamo cogliere”. -Ha poi continuato la ministra per il Sud e la Coesione territoriale- “Progetti per ripartire’ – iniziativa di ascolto e confronto promossa in vista dell’elaborazione del PNRR e della definizione dell’accordo di partenariato – che ha riunito esponenti del governo – tra cui il presidente del consiglio Mario Draghi, che ha portato un saluto all’inizio dei lavori – rappresentanti dei territori, dell’economia ed esperti del settore. “Il nostro obiettivo – ha aggiunto Carfagna – è mettere il Sud al centro di iniziative operative e concrete di questo governo e questo sarà più chiaro quando saranno noti i numeri del Pnrr”.
A cura di Francesco Storto
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