Conferenza stampa stamattina in Unioncamere a Roma. Il presidente di Confassociazioni International Salvo Iavarone , affiancato dal presidente Ivan Lo Bello, padrone di casa, ha parlato del ciclo di conferenze “ Investimenti esteri, risorsa odierna, speranza di domani” . Si tratta di sette incontri promossi da Confassociazioni International, Unioncamere, Confassociazioni , ICE. Esordio in Camera di Commercio a Torino, il 19 gennaio scorso, con Piero Fassino, Licia Mattioli, Riccardo M. Monti. Quindi a Mestre, il 15 aprile, sempre in Camera. Regione Veneto, Paolo Ciocca del centro studi Bnl- Bp Paribas, Università Cà Foscari, ed altri. Oggi a Roma, terza tappa. Dopo l’ estate si scende al Sud, a Salerno. Scopo dell’ iniziativa, accendere i riflettori su questo particolare segmento economico, che ci vede penalizzati rispetto ad altri Paesi. Oggi con Lo Bello e Iavarone, Luigi Campitelli della Regione Lazio, e Paolo Pispolo del MISE, segreteria del Ministro Calenda. Angelo Deiana ha dovuto rinunciare per un imprevisto.
Lo Bello ha evidenziato la necessità, ed Unioncamere si adopererà in tal senso, di proporre strumenti di mediazione, in quanto i processi civili lunghi rappresentano un forte deterrente per gli investitori stranieri.
Campitelli ha rappresentato una buona capacità della Regione Lazio di attrarre capitali , e nuovi strumenti che la Regione ha in programma, per mettere in campo azioni utili a migliorare il trend. La attrazione investimenti è infatti una nuova linea di azione presente nel prossimo piano di internazionalizzazione.
Pispolo ha parlato del tavolo che il MISE ha organizzato, presieduto dal sottosegretario Ivan Scarfallotto, a sostegno degli investimenti esteri, e della collaborazione in tal senso con alcune Regioni, come Emilia Romagna, Lombardia, e Campania.
Salvo Iavarone ha fornito un po’ di dati:
Nel 2013 i capitali provenienti da oltre confine si sono spalmati sul territorio con queste percentuali: 65% al Nord Ovest, 18,5% al Centro, 13,8% al Nord Est, 2% al Sud. I flussi in entrata nel 2014 arrivano per il 39% dal Lussemburgo( ma qui il dato è influenzato dalla presenza di numerose multinazionali nel Paese), 20,8% dalla Francia, 12% dal Belgio. Nel 2014 come stock totali di IDE ( investimenti diretti esteri) siamo a 281 miliardi di euro, con un incremento del 3,5% rispetto al 2013 ( aumento di 9,5 miliardi ). Ma nel 2015 siamo crollati sotto i 2,5 miliardi, 0,1% del Pil. Qualcosa non va. Lo stock complessivo, in rapporto al Pil, rimane il 17%. Sempre indietro rispetto a Germania ( 19%), Francia( 26%), Spagna ( 51%), Regno Unito( 60% ). Le imprese facenti parte di gruppi internazionali in Italia sono 13mila, e rappresentano lo 0,3% del totale. Ma, attenzione, impiegano il 7% della forza lavoro, e producono, come visto, il 17 %. Le imprese a controllo estero appaiono quindi più produttive. Ogni addetto produce un valore aggiunto di 80mila euro. Per le aziende italiane il dato si ferma a 43mila. La maggiore produttività trova spiegazione nell’ intensa politica di investimenti che caratterizza le imprese appartenenti a gruppi esteri. Questo spiega un po’ anche il dato relativo al Nord Ovest osservato in apertura( 65% di capitali calamitati ) . La lettura va cercata in una correlazione tra imprese strutturate, a grandi dimensioni, e le caratteristiche gestionali preferite da operatori stranieri. Paesi che investono di più ? Francia e Germania ( 18% e 14% del fatturato complessivo ). Primo Paese non europeo, il Giappone ( 3% ). Settore dove più si investe? Farmaceutico, con l’ 80% di export operato da aziende italiane di proprietà straniera. Seguono Prodotti petroliferi, Chimica, Apparecchiature elettriche