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Tabaccaio ucciso, confermati 8 anni al nigeriano

La prima sezione della Corte di Appello di Napoli ha confermato la condanna a otto anni di reclusione emessa in primo grado lo scorso 28 aprile nei confronti di Alfred Idimudia, il nigeriano di 37 anni che, la sera dell’8 giugno 2019 nella stazione Chiaiano della metropolitana di Napoli, sferrò due violentissimi pugni al volto del tabaccaio Ulderico Esposito, poi deceduto – per le conseguenze riportare in quell’aggressione – il 4 luglio 2019, all’età di 51 anni, nell’ospedale Cardarelli della città. “Soddisfatti”, se si tiene conto delle pene previste per la tipologia di reato e del rito – abbreviato – con il quale si è celebrato il processo, si sono detti gli avvocati Salvatore Di Sarno e Francesca Golia, componenti del collegio difensivo insieme con la criminologa Antonella Formicola e l’avvocato Daniele Iodice, anche se – è stato sottolineato – appena otto anni di carcere non possono rendere giustizia per la morte di una persona. Amareggiata la vedova di Ulderico, Daniela Manzi, per la quale la sentenza non può essere considerata giusta: “troppo pochi gli anni inflitti in relazione alla perdita di una vita umana”. La moglie della vittima piu’ volte, anche la requisitoria del sostituto procuratore generale Maria Di Addea, non è riuscita a trattenere le lacrime. Di pena troppo lieve parla anche la criminologa Antonella Formicola: “ci fu una violenza inaudita, soprattutto quando venne sferrato il secondo pugno. Ormai Ulderico era già a terra, quella veemenza fu legate. Ritengo che la famiglia Esposito ha ottenuto solo parzialmente giustizia”. Nell’aula 320 del Palazzo di Giustizia di Napoli, il sostituto procuratore generale ha ripercorso, durante la sua requisitoria, quel tragico giorno in cui è iniziato il calvario del tabaccaio. Il magistrato si è soffermato soprattutto su quel terribile secondo pugno, sferrato dal nigeriano (che era presente in aula, ndr) quando la vittima era già a terra. Idimudia è stato condannato in primo grado a otto anni lo scorso 28 aprile, dal gup di Napoli Rosamaria De Lellis che al termine del giudizio con il rito abbreviato lo ha ritenuto colpevole di omicidio preterintenzionale. Il giudice di primo grado negò le attenuanti generiche all’imputato, difeso dall’avvocato Rossella Esposito, mentre venne confermata l’aggravante dei futili motivi contestata dal pm Gloria Sanseverino la quale chiese 10 anni di reclusione.

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