Si estendono le indagini della Procura di Napoli su concorsi truccati per il reclutamento in corpi delle forze armate e Polizia penitenziaria che già lo scorso luglio ha portato all’arresto in flagranza di due agenti della Polizia penitenziaria.
Cinque persone sono state arrestate per corruzione nell’ambito di una inchiesta della Procura di Napoli: si tratta di due agenti della Polizia Penitenziaria, un funzionario del Dap, il presunto intermediario e un candidato risultato idoneo al concorso nonostante fosse daltonico; per il superamento della prova sarebbe stata versata una tangente da ottomila euro.
Da quanto emerge, alcuni degli indagati coinvolti nell’inchiesta del pool anticorruzione della Procura di Napoli, condotta dal sostituto procuratore Mariella Di Mauro, sarebbero stati sorpresi lo scorso 22 maggio proprio durante il passaggio di denaro nella sede di un sindacato che si trova a Monteforte Irpino, in provincia di Avellino.
Un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura partenopea, è stata eseguita nei riguardi di 14 persone ritenute gravemente indiziate di delitti di corruzione. Tra queste pubblici ufficiali come Aniello Aversano, assistente capo della Polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, Gennaro Fatone, vigile urbano del Comune di Caivano e Giorgio Spina, caporal maggiore dell’Esercito in servizio nella caserma di Maddaloni, per i quali sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, tutti risulterebbero aver svolto la funzione di «intermediari dei rapporti corruttivi finalizzati all’indebito superamento delle prove concorsuali».