La vicenda del Teatro Mercadante è ormai al centro di tutte le cronache napoletane. Tutto è iniziato da alcune assunzioni, avvenute a seguito di un concorso, che sono sembrate sospette ad alcuni candidati. Dieci delle quindici persone assunte, infatti, erano ex collaboratori del Napoli Teatro Festival, kermesse guidata da Luca De Fusco, Direttore del Mercadante. Attualmente, a seguito della denuncia di una partecipante al bando, è in corso un’indagine, per accertare che non ci siano stati favoritismi nel criterio di selezione. Intanto però, il Sindaco Luigi De Magistris, in veste di rappresentante del Comune di Napoli, proprietario del teatro, è già giunto alle sue conclusioni. Qualche giorno fa, infatti, il primo cittadino ha deciso di revocare la fiducia ad Adriano Giannola, presidente del Cda del Mercadante. Una decisione presa a seguito della polemica per le assunzioni, che però, è stata dettata, stando a quanto spiega De Magistris, anche da altre problematiche. «La fiducia in Giannola l’avevo persa già qualche tempo fa, io gli avevo dato piena autonomia, ma alcuni fatti gravi non possono passare inosservati. Mi riferisco al nuovo contratto quinquennale stipulato con il Direttore De Fusco, di cui non sono stato informato. In più ha avallato il tentativo di modificare lo Statuto in modo svantaggioso per il Comune, a favore della Regione», queste le motivazioni che avrebbero portato il Sindaco a una simile decisione.
Chiaramente non è della stessa opinione Adriano Giannola, che addirittura sarebbe venuto a conoscenza del suo “licenziamento” da un giornalista del Corriere del Mezzogiorno a cui avrebbe risposto: «Non sapevo niente di questa scelta, me lo sta dicendo lei, non mi sembra né razionale, né un comportamento di buon gusto». Riferendosi al fatto che nessuno lo avesse avvertito di questo provvedimento. Ha poi criticato la mossa del sindaco, definendola: «Un vero siluro, perché così si mette a rischio, nei fatti, tutto il progetto che mira al riconoscimento dello status di Teatro Nazionale del Mercadante. Mica bazzecole, questo è autolesionismo tipico dei napoletani». Giannola ha poi voluto rispondere alle accuse del Sindaco, che si era sentito estromesso dalle decisioni prese, dicendo: «Certamente l’ho avvertito, inviandogli relazioni specifiche sull’attività che stiamo svolgendo. Ho la coscienza a posto, ho agito sempre e soltanto per il bene di questa istituzione culturale. Le modifiche dello statuto sono state ampiamente condivise, tanto che il 21 gennaio scorso lo stesso sindaco dichiarava in un comunicato del Comune la sua soddisfazione per le decisioni prese; le assunzioni sono state effettuate in piena trasparenza e sulla conferma del direttore artistico non c’era altra strada da percorrere».
Insomma le parole di Adirano Giannola sembrano chiare, lui dichiara di aver adempito a tutti i suoi compiti, mettendo al corrente il Sindaco di ogni sua decisione. Dal canto suo, il primo cittadino, afferma il contrario. Giannola, però, è stato definito da molti il capro espiatorio di tutta questa vicenda. Le male lingue affermerebbero che De Magistris avrebbe trovato l’occasione giusta per estrometterlo, perché in disaccordo con alcune sue decisioni. La vicenda è tutt’oggi irrisolta, resta il fatto, però, che il Sindaco potrebbe essere giunto a conclusioni troppo affrettate, allontanando Giannola, senza aspettare nemmeno che le indagini siano concluse.