USA e Gran Bretagna hanno iniziato, da qualche giorno, una serie di bombardamenti nel territorio dello Yemen.
L’obiettivo sono gli Houthi, ribelli del paese e alleati di Hamas, organizzazione di resistenza palestinese.
Già da metà novembre i ribelli hanno attaccato alcune navi nel Mar Rosso e il Canale di Suez, rotte essenziali per il commercio mondiale. Questi attacchi potrebbero portare ad un aumento dei prezzi.
Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, con Australia, Canada, Paesi Bassi, hanno deciso di attaccare i ribelli sciiti con missili ed aerei.
Mohamed Ali al- Houthi, capo dei ribelli in Yemen, ha scritto su X: “Questi bombardamenti. Confermano ancora una volta che sono loro a gestire l’aggressione contro Gaza, così come la stanno portando avanti contro lo Yemen”.
Ciò che è accaduto è un “attacco flagrante e ingiustificato“. “Non hanno imparato dalle esperienze del passato”. Conclude il capo degli Houthi.
Chi sono gli Houthi? Si tratta di ribelli, così definiti dall’Occidente, perché sono sostenuti dall’Iran. In realtà sono “Ansar Allah”, cosiddetti partigiani di Dio.
Sono nati alla fine del ‘900 a nord dello Yemen dove prevalgono gli sciiti e si professano contro gli USA e Israele.
Diventati, con il tempo, una grande forza militare, di circa 20.000 uomini, controllano Sana’a dal 2014 insieme alla Banca Centrale ed altre regioni del paese.
Dal 7 ottobre 2023, con l’attacco di Hamas ad Israele, gli Houthi hanno professato il loro sostegno verso la Palestina iniziando a bloccare le navi diretta ad Israele. Da novembre sono circa 27 gli attacchi dei ribelli trattenendo anche alcuni osteggi.
Joe Biden ha affermato: “Gli attacchi senza precedenti da parte degli Houthi contro navi internazionali nel Mar Rosso hanno messo in pericolo il personale americano, la marineria civile e i nostri partner, minacciando il commercio e la libertà di navigazione”.
L’Iran condanna gli attacchi in Yemen: “La consideriamo un’evidente violazione della sovranità e dell’integrità territoriale yemenita, nonché una violazione delle leggi, dei regolamenti e dei diritti internazionali”.
La situazione in Medio Oriente, da anni sul filo del rasoio, sembra essere scoppiata irrimediabilmente. Il troppo potere e la mancanza di comunicazione stanno portando interi paesi alla rovina. Le più grandi potenze hanno puramente interessi economici in tali territori, senza considerare le conseguenze disastrose di questi attacchi e lasciando i civili in bali degli eventi.