Cultura

Terra, il libro di esordio di Gallicchio: un atto d’amore per l’Irpinia

La terra non si rinnega perché significherebbe rinnegare se stessi. Con queste parole del moderatore Yuri Gioino si è aperta la presentazione del libro di Pasquale Gallicchio, “Terra”, edito da Delta 3. L’opera prima del giornalista ed ex amministratore di Bisaccia, in Alta Irpinia, è un romanzo d’amore e di lotta per la propria terra e l’affermazione di alcuni diritti, a tratti anche un giallo, ambientato negli anni del fascismo e della Seconda Guerra Mondiale, dall’alto contenuto storico e culturale.

“Chi opera nella cultura in Irpinia spesso è sottovalutato e non riceve il giusto riconoscimento perché oggi la cultura è diventata spettacolo per cui non conta il contenuto, ma chi lo firma – ha esordito Paolo Saggese, intellettuale del Centro di Documentazione della Poesia del Sud – Questo libro è un atto d’amore verso il popolo dei contadini. La differenza con il neorealismo sta nel finale non amaro della vicenda amorosa che si realizza e nell’arrivo degli americani a liberare l’Italia”. Un libro da candidare al Premio Strega, per Peppino Iuliano, altro noto scrittore irpino: “Se Arminio (Franco, ndr) fa il paesologo, Pasquale è un paesista cioè racconta la compartecipazione natura – comunità. Non so se sarà un caso letterario, ma per me parlando di fattucchiere e streghe si candida a essere da Strega”.

“Il paese descritto soel libro è prototipo dei nostri paesi e del Sud; contiene l’idea della terra come collante – ha aggiunto Rosanna Repole, sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi, citando la battaglia contro la discarica del Formicoso; c’è il richiamo alla vita da emigranti che oggi ci obbliga alla solidarietà verso profughi e rifugiati. Questo libro può diventare un invito alla speranza e noi come amministratori abbiamo il dovere di mettere da parte il vecchiume, fare autocritica ed essere coesi per dare un futuro alla nostra terra”. Partecipata l’analisi dell’opera fatta da Rosetta D’Amelio. La consigliera regionale ha raccontato di averlo letto con passione: “Vi ho ritrovato scelte di vita che accomunano tanti di noi che ci portiamo dentro il territorio, le radici, siamo frutto di questa terra che non è solo sudore, ma può essere risorsa, del protagonismo delle nostre donne. C’è il racconto di noi che avevamo scelto il PCI che era fiducioso nella giustizia sociale permeata di una sana religiosità, vista come elemento di riscatto. A partire da questo grande amore abbiamo il dovere di trovare risposte, perché spesso la politica si perde in teorizzazioni”. Nel finale Pasquale Gallicchio ha voluto fare un appello alla sala, e indirettamente a chiunque leggerà il libro, per un nuovo impegno, per un ritorno alla partecipazione, che parte da piccoli gesti come quello di devolvere tutto il ricavato della vendita del libro all’acquisto di un device in grado di potenziare lo Psaut del comune di Bisaccia. “Ringrazio Rosetta – ha sottolineato – perché lavorando con lei ho avuto opportunità di crescita professionale e perché ha arricchito il libro per la figura di donna impegnata per il territorio che non si è mai risparmiata”. L’autore ha raccontato la lunga genesi della sua “Terra” ricordando suo padre, dirigente del Partito Comunista. “Questo è un romanzo al femminile, ma è un atto d’amore: ho voluto restituire, lasciando traccia su carta, il patrimonio di racconti ascoltati dagli anziani del mio paese. Agli amministratori dico di conservare una dose di sogno, di non restare troppo ripiegati sul presente, di fissare l’utopia del cambiamento”.

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