E’ stato con il governatore Stefano Caldoro e il presidente del Consiglio Regionale Pietro Foglia, uno dei tre delegati campani tra i grandi elettori del dodicesimo Presidente della Repubblica. Lello Topo, capogruppo del Partito Democratico nell’assise regionale, è da tempo tra i sostenitori di un allargamento verso il centro delle alleanze democratiche in vista delle Regionali di maggio. Gli abbiamo chiesto innanzitutto un commento sulla due giorni parlamentare che lo ha visto tra gli attori di una bella pagina per le istituzioni italiane e il PD.
On. Topo, molti commentatori hanno definito un capolavoro “l’operazione Mattarella” compiuta da Renzi sabato. Qual è il suo giudizio?
«Per me quella di questi giorni è stata un’esperienza straordinaria. L’elezione è stata gestita egregiamente dal Partito Democratico in ogni suo aspetto e in più il candidato proposto era proprio quello che io avevo in mente, quindi di meglio credo non si potesse fare e avere. Ci ritroviamo davanti un PD più compatto, il Presidente della Repubblica che io avrei voluto e che viene da un mondo che io sento a me vicino, per storia personale al di là della diversa età anagrafica. E’ un giusto riconoscimento per una figura di spessore che ha il pregio di essere come Napolitano un meridionale, e siciliano in particolare, il che fa ben sperare per la Campania e il Sud. Posto che credo ancora per diversi anni non avremo un Premier meridionale».
Alle nostre latitudini molti si aspettano che Renzi, dopo aver chiuso “miracolosamente” l’elezione di Mattarella, prenda di petto il caso Campania e faccia definitiva chiarezza. Anche alla luce di quanto accaduto per il Quirinale.
«Com’è noto io da tempo sostengo sia necessario guardare alla costituenda Area Popolare, o comunque al mondo centrista, nella definizione delle alleanze per le Regionali. Mi pare che questa idea, alla luce dell’attualità, possa considerarsi matura e ragionevole, posto che queste forze politiche cui faccio riferimento facciamo definitiva chiarezza e sciolgano le riserve. Solo in questo modo credo potremo mettere in campo un’agenda per la Campania dei prossimi anni che chiuda l’esperienza Caldoro. Un’esperienza di eccessiva timidezza, per non dire paralisi, su troppi temi come sanità e trasporti. Potremmo definire la stagione in corso neocentrista e mi pare che l’alleanza con l’Area Popolare sarebbe la più credibile e capace di mettere in sintonia la nostra regione con Roma; è necessario che la Campania si dia un governo compatibile con l’esecutivo nazionale».
Questo per quanto riguarda le alleanze, ma resta da sciogliere il nodo Primarie. Si faranno?
«La soluzione è nelle regole che consentono di svolgerle o non farlo. Certo, bisogna decidere in modo da organizzarsi, manca ancora qualche mese quindi credo siamo ancora in tempo. Per me sarebbe auspicabile che il PD trovi una soluzione unitaria».
Il voto sarà a maggio, intanto in settimana si discuterà della Legge Elettorale in Consiglio Regionale. Quale sarà la posizione del gruppo dei democratici?
«Siamo chiaramente contro una soglia di sbarramento così alta, al 10% per il candidato presidente e le liste. Ma lo siamo ancora di più perché la modifica arriverebbe a campagna elettorale già avviata. Sarebbe scorretto cambiare le regole ora che si conoscono grossomodo gli avversari. Mi rendo conto che sia giusto scegliere e semplificare, ma il punto è che avevano già provato in estate a modificare la legge, ora si sono accorti di aver sbagliato e stanno tentando di correre ai ripari. E pure questo è un segno chiaro del fatto che non ne hanno indovinata una in questi anni».