L’Unità torna in edicola dopo 11 mesi di stop. Cambio di editore e direzione che passa ad Erasmo de Angelis. Papa Francesco e Matteo Renzi in prima pagina. #AntimafiaCapitale come titolo d’apertura, con un approfondimento sulle realtà di volontariato che si oppongono alla corruzione a Roma.
Ad Ercolano, in occasione della nuova uscita, il consigliere comunale Antonio Liberti ha organizzato all’esterno del suo comitato elettorale, la Casa del popolo di Corso Italia 29, un dibattito pubblico. Era prevista la distribuzione delle copie de L’Unità e la partecipazione di Vito Faenza giornalista de l’Unità fino al 2014, Marco Sarracino segretario provinciale GD e membro direzione nazionale PD e Samuele Ciambriello, professore e direttore di Linkabile.
“Il giornale di oggi è pieno di contenuti che devono farci tenere gli occhi aperti, in questo mondo in cui la perdita di valori tende ad isolarci, ed i telefonini diventano i nostri diari segreti, c’è ancora bisogno dell’informazione di carta. Il 5 ottobre di quest’anno ricorre il trentennale della scomparsa di un grande uomo di sinistra della nostra città, Luciano Cuciniello: oggi indiciamo una raccolta firme per intitolargli una strada o un edificio” – apre Antonio Liberti, ex segretario del PD poi fuoriuscito e candidato a sindaco con una lista civica.
“Il Papa oggi è l’unico che incarna gli ideali di sinistra, la sua svolta ecologista ci racconta la visione sbagliata che i ceti politici attuali hanno nei confronti della terra. Come abbiamo visto ad Ercolano, in Italia la sinistra ed il PD sono in grande difficoltà per conflittualità intestine. Inoltre l’informazione ha smesso di entrare nel merito delle vicende, dando più peso a come si chiama il portatore di una problematica che alla problematica stessa. L’Unità può rimettere al centro i contenuti.” – continua Marco Sarracino.
“Un popolo che non ha memoria, non ha futuro, e L’Unità ha fatto la memoria d’Italia. E’ un mezzo di comunicazione essenziale, tutti possono comunicare, ma non tutti sanno farsi capire. Questo giornale è sempre stato il segno di un’identità, ma anche un mezzo molto importante, perchè il potere si legittima dentro la comunicazione. La politica non è una cosa facile, c’è bisogno di radicamento territoriale coniugato alla radicalità delle scelte, e il giornale è un ottimo mezzo di supporto.” – dice Samuele Ciambriello, professore universitario e direttore di Linkabile, un pozzo di sapienza sui temi della comunicazione.
“La maggior parte dei redattori che hanno imparato il mestiere a L’Unità, oggi ricoprono incarichi di prim’ordine nei più grandi giornali nazionali. Da noi si trattavano temi che nessuno voleva approfondire, a partire dall’anteprima sull’ingaggio di Maradona, a cui nessuno credeva, fino ai più scottanti episodi collegati alla camorra, che nessuno nominava. La forza del nostro giornale erano proprio le diversità che avevamo al nostro interno, ed in particolare il modo in cui sapevamo mediare tra queste.” – conclude Vito Faenza, uno dei più grandi giornalisti delle nostre terre, uno che trasmette tantissimo, anche solo con una chiacchierata di poche decine di minuti.