“Io mi curo al sud è l’espressione di una realtà costantemente confermata dalle attività che stiamo portando avanti. Soprattutto nella rete oncologica campana sono state messe in atto delle azioni che potenzieranno e svilupperanno sempre più tutte le migliori offerte sanitarie relative all’oncologia nell’intera regione”. Così Paolo Delrio, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Oncologica Colon-Rettale dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli in occasione del convegno “Ci prendiamo cura di voi”, organizzato con il contributo non condizionato di Johnson&Johnson Medical. Il Pascale infatti è l’unico in Italia ad aver ottenuto il famoso “bollino di qualità”, la certificazione ISO 9001 nella terapia del tumore del colon retto e si conferma sempre più una eccellenza italiana in grado di ridurre gli angoscianti “viaggi della speranza”: “In alcune realtà della regione, per esempio, sono operativi i pdta per tutte patologie oncologiche e in particolare per il colon retto. C’è una attività di formazione che garantirà nel breve periodo che questo tipo di interventi chirurgici, soprattutto non invasivi e con protocolli di riabilitazione, vengano applicati in tante strutture sanitarie. C’è la precisa volontà di garantire a tutti l’equità delle cure e soprattutto l’opportunità di rivolgersi in qualunque momento alle realtà in cui sono applicati i più avanzati protocolli di gestione multidisciplinari. Questo è un aspetto fondamentale perché spesso chi va fuori cerca delle soluzioni rapide dimenticando che la visione globale della patologia tumorale è quella più importante.
E a proposito della Certificazione ISO 9001 continua:”Tutti i collaboratori che hanno partecipato al progetto si sono messi in gioco facendosi valutare dall’esterno, procedura che in genere è tipica delle strutture private. Certificare la qualità di un percorso significa garantire al paziente una maggior sicurezza e minori rischi, e soprattutto che le procedure siano sempre codificate e standardizzate. Se un ente esterno certifica questo tipo di percorso, significa che il paziente può essere tranquillo perché avrà sempre la certezza di ottenere la miglior cura possibile. E’ ovvio che nessuno di noi può garantire il risultato ma almeno ci siamo messi in condizione di offrirgli la massima sicurezza. E questo è fondamentale. Il paziente deve avere la possibilità di un approccio globale e sapere che esiste la possibilità di essere supportato dal punto di vista nutrizionale e psicologico, che può avere la migliore endoscopia e radioterapia, le migliori immagini dal punto di vista radiologico. Tutto questo lo si fa solo se i professionisti che erogano queste prestazioni sono disposti in qualche modo a farsi “certificare”, anche perché facendosi “verificare” ottengono la possibilità di mantenere la qualità nel tempo”.
Simonetta de Chiara Ruffo