Napoli è una città antica e per questo ricca di storia, arte, cultura e tradizioni. L’antica Partenope fu fondata dai greci, quasi 3000 anni fa, nella zona tra l’isolotto di Megaride (Castel dell’Ovo) e Monte Echia (Monte di Dio e Pizzofalcone). Da allora, in un crescendo continuo di culture, razze e civiltà in queste poche miglia di bellissimo territorio, tra colline che si affacciano sul mare con di fronte il Vesuvio, si sono succeduti in un magnifico crescendo Romani, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Francesi e i Borbone. Con i Borbone ,Napoli divenne agli inizi del 1800 la seconda capitale europea dopo Parigi .
Oggi, molte volte, il visitatore non sa da dove cominciare. A Napoli infatti c’è di tutto : fortezze e castelli in mezzo al mare, palazzi, musei, chiese, monumenti e grotte. Un luogo simbolico per la città è sicuramente Piazza del Plebiscito. Nel corso dei secoli si è trasformata da semplice largo di campagna a luogo di raccolta dei napoletani: qui si svolgevano i tornei medievali e le “cuccagne” dei Borbone per tenere buono il popolo. Oggi è il simbolo del nuovo “Rinascimento napoletano”: è il è luogo di passeggio dei napoletani e dei turisti venuti ad ammirare la sua grandezza e i due gioielli: il neoclassico colonnato della chiesa di San Francesco di Paola e il Palazzo Reale. Quest’ultimo fu costruito alla fine del 1500 quando la notizia della possibile visita del Re Filippo III a Napoli creò una certa agitazione. La capitale del Viceregno, infatti, non aveva luoghi per ospitare l’uomo più potente del mondo e dopo infiniti ripensamenti, il viceré don Fernando, ordinò la costruzione di una residenza per l’illustre ospite. Il Palazzo Reale fu commissionato a Domenico Fontana nel 1600, che lo consegnò dopo solo due anni, anche se non completamente finito.
Per secoli, dal profondo ventre di Napoli, è stato ricavato il tufo per costruire la città di sopra. La città di sotto, quindi, nasconde un fitto intrigo di anfratti, grotte e cunicoli che raccontano una storia parallela alla vita della Napoli in superficie. La città sotterranea è servita ai napoletani in molti modi, tra tutti come rifugio durante i bombardamenti a fonte di acqua . Negli ultimi decenni è in corso un recupero ampio della Napoli Sotterranea che oggi potete visitare su due percorsi principali: da Via dei Tribunali si accede al percorso classico che attraversa l’acquedotto greco-romano, rifugi antiaerei, il Museo della Guerra, orti sotterranei e la Stazione Sismica “Arianna”. Singolare la visita al vicino Teatro romano di Nerone, a cui si accede da un’abitazione privata, spostando un letto sotto cui è nascosta una botola. Sempre scavata nel sottosuolo ma per motivi diversi è la Galleria Borbonica, voluta nel 1853 da Ferdinando II di Borbone. L’obiettivo era un viadotto sotterraneo che unisse il Palazzo Reale con piazza Vittoria per permettere un accesso rapido a Palazzo Reale da parte delle truppe e una via di fuga verso il mare per i sovrani napoletani. La Galleria ha svolto nel tempo, il ruolo di rifugio anti-aereo e deposito giudiziario: lungo il percorso, quindi, si trovano pozzi, cisterne, cavità, resti della vita quotidiana durante la guerra, enormi frammenti di statue e vecchi veicoli degli anni 50, ’60 e ‘ 70.
Lungo l’ottocentesca via Duomo compare maestosa la facciata del Duomo di Napoli, luogo deputato principalmente al culto di San Gennaro. Per i napoletani, il Duomo è prima di tutto il luogo dove c’è la Cappella e il Tesoro di San Gennaro che ribadisce, che il legame dei napoletani con San Gennaro va ben oltre la semplice devozione per il Santo Patrono: è un sentimento viscerale e condiviso, che nel corso dei secoli ha superato divieti e restrizioni, rafforzandosi sempre più. La Cappella e il tesoro sono la più immediata e importante prova di questo amore per “Faccia Gialla”, il nome con cui i partenopei chiamano il Santo dovuto alla sua statua più famosa in argento dorato. La Cappella ha un cancello di Cosimo Fanzago, affreschi del Domenichino e opere di Ribera; il Tesoro di San Gennaro ha finalmente trovato spazio in un luogo accanto al Duomo e raccoglie reliquie e oggetti preziosi, diventati oracoli di fede, oltre a comprendere anche statue, candelabri e argenti vari, che i devoti hanno gelosamente protetto durante i numerosi saccheggi della città.
Per quando riguarda l’aspetto architettonico della città, uno dei luoghi di maggior rilievo è sicuramente il Museo di Capodimonte . Nel 1738 Carlo di Borbone decise di trasformare il suo casino di caccia nel bosco di “Capo di monte” in una Reggia – Museo ,dove ospitare la Collezione Farnese ricevuta da sua madre. Il museo occupa su tre piani: al primo piano c’è l’Appartamento storico e la ricca collezione farnesiana con opere di Tiziano, Masaccio, Botticelli, Raffaello, Guido Reni,Andrea del Sarto e molti altri. Al secondo piano c’è la galleria con opere dal 200 al 700: Ribera, Goya, Pinturicchio, Vasari, Mattia Preti, Ribera e la straordinaria “Flagellazione di Cristo” di Caravaggio. Al terzo piano è esposta la collezione di opere dell’Ottocento e di arte contemporanea con capolavori di artisti di fama internazionale: Andy Warhol, Mimmo Jodice, Alberto Burri, Mario Merz, Joseph Kosuth, Enzo Cucchi, Michelangelo Pistoletto. Lungo tutto il percorso, ci sono le collezioni di oggetti d’uso quotidiano che i Borbone usavano nella Reggia. Infine, all’uscita c’è uno splendido parco con un belvedere magnifico sulla città, non a caso chiamato dai napoletani “la veduta di Napoli”.
Nella lista dei luoghi imperdibili ,rientrano anche le Stazioni, che sono un vero e proprio museo di arte contemporanea. Il percorso può partire dalla nuova Stazione Garibaldi che si unisce alla Stazione Centrale di Napoli. Qui, l’urbanista francese Perrault ha progettata una stazione con scale mobili sospese in cui prevale il vetro e l’acciaio. Si giunge a Università, dove l’architetto egiziano Rashid si è ispirato ai linguaggi digitali con una straordinaria scultura chiamata “Sinapsi”. Dopo c’è Municipio e poi Toledo, considerata da molti la più bella stazione d’Europa. Con l’opera “Relative light” di Robert Wilson è illuminata da straordinari giochi di luce sulla gamma cromatica degli azzurri. Da non perdere anche Dante, Museo, Materdei e le successive. Più di 200 opere di artisti contemporanei da ammirare con un biglietto della metro. Un percorso unico nel mondo, da non perdere. Oltre ad edifici ,monumenti e luoghi da visitare , Napoli ha un grandissimo appeal dal punto di vista gastronomico ed uno dei piatti di maggior spessore è sicuramente la pizza napoletana . Quella vera è fatta con pochi ingredienti, e rispetta leggi quasi divine: acqua, farina, sale e lievito per un impasto sottile dai bordi alti e saporiti. Nonostante le varianti, tutte rigorosamente ipercaloriche, la pizza originale è la “Margherita“, inventata dal pizzaiolo Raffaele Esposito in onore della Regina. Esposito la condì con pomodoro, mozzarella, olio e basilico, inventando uno dei piatti più buoni, patriottici e invidiati in tutto il mondo. Ovviamente la cucina napoletana non è solo pizza: è qualcosa di straordinario, una vera sinfonia di sapori, colori e calorie. Pensate ad un piatto(spaghetti, ragù, lasagne, pasta con frutti di mare, fritture di pesce, braciole e soffritto, torte dolci e salate) che quasi sicuramente è nato a Napoli .
Questa città può offrire moltissime meraviglie sotto ogni punto di vista e visitarla può allargare gli orizzonti culturali di un visitatore ,rimarcando la storia del popolo partenopeo.