Per l’alta moda e il pret-à-porter più sofisticato, la magrezza sarà ancora uno stereotipo da rispettare. A dirlo, in un certo senso, è Twiggy in una lunga intervista rilasciata a The Guardian in cui parla di tutto un po’, pure dell’industria il cui immaginario ha contribuito a costruire. L’antesignana di tutte le top model famosa proprio per il suo fisico esile e snello – il suo nome all’anagrafe inglese è Leslie Hornby, ma per tutti è «fuscello», questo il significato di Twiggy – continua a reinventarsi a 70 e mezzo e lancia un podcast dal titolo so british «Tea with Twiggy».
Da regina della Swinging London a dama dell’Ordine dell’Impero Britannico, la ex modella che negli anni ha calcato passerelle e scene di Broadway, ha frequentato set cinematografici come attrice (vedi alla voce The Blues Brothers) e studi di registrazione come cantante, non si è mai allontanata troppo dal mondo della moda. Incalzata sul tema dell’immagine del corpo femminile e della sua rappresentazione, nonostante sostenga che, testualmente, «l’alta moda non si allontanerà mai dalla magrezza», Twiggy registra i passi avanti fatti negli ultimi tempi. «Nelle pubblicità vengono impiegate donne non più giovanissime e in certi settori l’industria ha già cominciato a mostrare forme e taglie differenti, ed è giusto così» si legge sul quotidiano.
Tra le sue tante carriere, c’è anche quella di stilista. Per Marks & Spencer ha disegnato una linea di abbigliamento con un range che andava dalla 40 alla 54. «I vestiti devono essere comodi e divertenti ma devono anche essere indossati con disinvoltura. È questione di atteggiamento, non di età» ha dichiarato in occasione della sua collaborazione. Avendo cominciato nel lontano 1966 da teenager, sono ben 54 anni che Twiggy deve rendere conto della sua costituzione. «È una questione di genetica, mio padre era così. Io ho sempre mangiato» ha spiegato all’Huffington Post nel 2010 mentre al The Guardian ha aggiunto che non si è mai abbandonata a stravizi e questo le ha permesso di non perdere mai la testa (e la forma) in tanti anni sotto i riflettori.
«La cosa peggiore che ho fatto è stata fumare le sigarette» ha confessato, «neanche il vino mi piaceva, dove sono cresciuta io si beveva il tè». Eccolo l’ingrediente segreto di Twiggy, quella bevanda che ha deciso di condividere non solo con i suoi amici ma anche con tutti quelli che decideranno di ascoltare il suo podcast nuovo di zecca. Forse più che il fisico, c’è da augurarsi di mantenere lo spirito di questa donna sempre in movimento. Nel momento in cui la pandemia si è frapposta tra lei e l’incisione di un nuovo disco, ispirata dalle circostanze che la confinavano davanti a un computer e al lavoro a maglia che adora, ha deciso di lanciare un nuovo progetto. «Provaci e divertiti» questo Twiggy avrebbe consigliato oggi alla lei sedicenne «penso di averlo fatto la maggior parte del tempo. Non ho rimpianti». E, a quanto pare, non ha intenzione di averne ancora per parecchio tempo.