l meccanismo del doppio turno è stato pensato con uno scopo ben preciso: alla tornata iniziale si vota anche d’istinto, senza troppo riflettere, per il candidato che ci piace di più. Al secondo turno, invece, la riflessione è d’obbligo, soprattutto se tra i due al ballottaggio quello che hai votato inizialmente non c’è.
Tra pochi giorni i napoletani dovranno scegliere tra Luigi De Magistris e Gianni Lettieri. Riflettiamo sul primo, De Magistris. Dobbiamo valutare quello che ha realizzato come sindaco: Ha risolto il problema dell’immondizia con la ricetta Lettieri, cioè ha preso l’immondizia da Napoli e, con i soldi dei contribuenti l’ha fatta trasportare verso vari inceneritori. Una scelta “ecologica”: il Comune paga per non inquinare Napoli ma… inquina da un’altra parte! De Magistris ha risolto il problema degli edifici pubblici abbandonati, a suo dire, non con progetti e bandi per l’affidamento e/o la ristrutturazione; ma consentendo, spesso, l’occupazione degli edifici stessi.
Possiamo dire che De Magistris, se da un lato si è proposto come il padre fondatore di una nuova “sinistra” in Italia fondata sui valori della ideologia dei “beni comuni”, dall’altro ha attuato una politica del lasciar fare, intercettando sia gli interessi dei piccoli esercenti di bar, ristoranti e pizzerie, (concedendo, senza molte difficoltà burocratiche, la possibilità agli stessi di collocare tavolini sul suolo pubblico), sia lasciando la libertà alle varie associazioni e centri sociali di occupare edifici pubblici e infine chiudendo al traffico il lungomare e concedendo la piena libera iniziativa a esercenti di chioschi ed ambulanti, il tutto condito da una buona dose di retorica della napoletanità.
I turisti vengono di nuovo a Napoli, e’ vero. Sono attratti dalle sue bellezze naturali ed artistiche, dalla sua vitalità, spontaneità, ricchezza di spirito. Ma solo perché il settore privato alberghiero e della ristorazione e la proverbiale ospitalità della sua gente, ricca di imprenditorialità diffusa e di iniziativa hanno reagito alla grande! Tutto ciò ha supplito alla mortificante carenza di trasporti pubblici, arredi urbani, gestione del verde, pulizia dei luoghi, accessibilità, sicurezza. Anzi, dal punto di vista dell’ intervento pubblico, in cinque anni Napoli è ulteriormente declinata e arretrata su ogni parametro e criterio di comparazione con le altre metropoli italiane e su ogni parametro di valutazione della sua salute economica.
Ed è questo ulteriore impoverimento del pubblico, figlio del populismo e della demagogia, che minaccia il suo futuro e che renderà vana, senza una decisa inversione di tendenza, anche la rivitalizzazione spontanea in atto, spegnendola nell’ ulteriore sogno mancato, in un’ altra promessa abortita.
Ma De Magistris non può assicurare questo cambiamento di prospettiva e di velocità. Non è nelle sue corde, nel suo apparato genetico, non fa parte della mentalità dei suoi sostenitori ed è estraneo alla cultura della sua classe dirigente, ammesso che ne abbia una. Il Comune i Napoli dovrebbe incalzare Regione e Governo sui programmi e sulle risorse per qualificare le leve di una ripresa della città: il sistema universitario, la ricerca, i fondi europei. Invece, De Magistrisi litiga con le altre istituzioni, anzi con tutti.
Per tutto questo crediamo non sia un bene per Napoli avere De Magistris per altri cinque anni Sindaco (anche perché siamo convinti che prima della scadenza della consiliatura, alle prossime elezioni molto probabilmente si candiderà al parlamento nel tentativo di assumere il ruolo dell’oppositore al PD e a Renzi).
Il suo Competitore, Gianni Lettieri, non rappresenta in pieno la nostra cultura politica e la nostra provenienza ideale, è vero.
La nostra scelta di campo è stata, inizialmente, un’altra. Ma Di Lettieri conosciamo le sue doti di imprenditore, la concretezza dell’uomo, la sua mentalità – vivaddio – scevra da forzature ideologiche a da contrapposizioni fondamentaliste, la sua battaglia di opposizione a De Magistris e i dieci punti del suo programma elettorale, che si presenta in alcuni punti velleitario ma, nel complesso, più convincente e vicino alle nostre vedute laiche e riformiste. In una parola più moderno, plausibile, metropolitano. Ecco perché se al primo turno abbiamo preferito la Valente, al secondo turno ci appare più che naturale che il PD della svolta renziana e del rinnovamento dell’ Italia e della sinistra indichi di votare Lettieri.
Bartolo Costanzo
Umberto Minopoli
Giuseppe Pedersoli
Mario Bianchi
Roberto Vallefuoco
Gennaro Lubrano Di Diego
Roberto Miccù
Claudio La Rosa
Massimo Ricciuti
Milena Miranda