“Manifesto per la rottamazione post bellica priva di qualità, riequilibrio delle aree urbane e il rilancio dell’economia” è il titolo del convegno che si tenuto a Roma alla Camera Dei Deputati, nella sala Mappamondo, durante il quale si sono gettate le basi per l’elaborazione di un disegno di legge che superi il tabù della demolizione di edifici in cemento danneggiato e a rischio, a favore di un piano di rigenerazione urbana che permetta di ristrutturare e ricostruire, riqualificando, mettendo in sicurezza e spostando temporaneamente o definitivamente i condòmini con forti incentivi economici e fiscali. Promotori dell’iniziativa un gruppo di esperti immobiliari, guidati dall’Onorevole Gianfranco Rotondi, Presidente dell’associazione “Fiorentino Sullo”, che ha curato l’evento.
«Abbiamo voluto questo convegno -spiega Rotondi- perché si rifletta sui rischi di questo materiale. A Roma, ad esempio, i crolli sono frequenti e abbondano edifici in cemento vecchio, di cattiva qualità o con ferro corroso. In Europa il rinnovamento edilizio galoppa, in Italia no».
Presente all’iniziativa anche l’avvocato Achille Colombo Clerici, Presidente di AssoEdilizia: «Il tema è di grandissima attualità e rilevanza-sottolinea- ed ha risvolti sociali ed economici. Gli interventi di riqualificazione dell’edificato in condizioni di degrado siano fondamentali perché coinvolgono il problema della efficienza e della funzionalità della nostra città e quindi anche della competitività a livello internazionale. Gli incentivi -economici e fiscali- sono l’unica via per poter risolvere il nodo fondamentale e per poter intervenire nella riqualificazione dei condomini. Tutta l’area economica di intervento di questo reparto deve essere considerata zona franca dal punto di vista fiscale e quindi va programmato un pacchetto di provvidenze, di misure che vadano ad incentivare fortemente i costruttori, gli esperti immobiliari, gli stessi condomini che devono trovare convenienza a trasferirsi altrove per poi ritornare nelle loro case».
Ad aprire e moderare i lavori l’imprenditore irpino Silvio Sarno: «Alla politica italiana chiediamo attenzione al tema dell’edilizia residenziale pubblica e privata. Chiediamo che il tabù della demolizione e della ricostruzione possa essere sfatato e chiediamo che un programma di rigenerazione urbana debba ripartire da politiche europee che non devono guardare soltanto agli atti infrastrutturali. Noi chiediamo attenzione a quello che è il tema del futuro, il tema che rimette al centro l’economia dell’edilizia e il volano che essa genera, che ricordo essere di 3 euro per ognuno investito. Immagino una legge speciale con una durata a tempo che guardi al patrimonio strutturale, ma soprattutto edilizio delle città, da adesso fino ai prossimi 50 anni». Ad intervenire, a chiusura dei lavori anche il Presidente Renato Brunetta.