La società moderna è nata con la Rivoluzione Francese. Quella ipotesi di società si basava, tra l’altro sull’abolizione dell’assolutismo. Esso si manifestava con un rapporto con i sudditi, diretto, senza intermediazioni con gli editti ed i bandi, elaborati all’interno della corte. Editti e bandi cui tutti dovevano obbedienza. La costruzione della società borghese fu invece realizzata creando gli strumenti di intermediazione: i partiti i circoli la cui azione sul terreno portava alla creazione di una nuova classe dirigente che trovava nel parlamento la sua sede di rappresentanza. La mediazione fra i corpi sociali e nell’interlocuzione con l’opinione pubblica è la base della democrazia moderna.
Di qui partiti e sindacati. Sono stai i regimi dittatoriali a ripristinare il rapporto diretto con i sudditi saltando ogni intermediazione. Cos’erano le “adunate oceaniche” se non l’epifania di questa politica? Hitler, Mussolini e Stalin erano bravissimi in questo.
L’Italia nel dopoguerra, ha superato crisi sociali e politiche gravissime proprio affidandosi all’incontro ed alla mediazione fra gruppi sociali diversi ed il governo. Voi veramente credete che l’Italia avrebbe retto all’urto del terrorismo se la conflittualità sociale non fosse stata governata con la “concertazione” che, non a caso, era la bestia nera degli estremismi? Se guardiamo alla “struttura” della cosiddetta “disintermediazione” notiamo che si tratta di questo: saltare ogni confronto con i soggetti sociali, con il leader che si rivolge direttamente ai cittadini come elettori e non come soggetti politici, immiserendo la politica e la democrazia a puro elettoralismo in cui il ruolo dei cittadini è solo quello di mettere un segno sulla scheda ogni tanto.
Dov’è la modernità? Lo so, la mediazione è faticosa, bisogna ascoltare le ragioni diverse dalle proprie, farsene una ragione e cercare di ricomporle un una sintesi buona per tutti. Ma è la democrazia, ragazzi! Sennò di cosa parliamo?