Una bambina è stata salvata grazie ad un mini-cuore artificiale. Questo cuore ha salvato la vita di una bimba di 3 anni.
Tutto ciò è accaduto all’Ospedale Bambino Gesù, che ha ricevuto un’autorizzazione straordinaria per l’uso di un dispositivo miniaturizzato di 15mm di assistenza ventricolare prossimo alla sperimentazione clinica negli Usa. Si può dire che questo sia il secondo intervento al mondo dopo quello del 2012, sempre all’Ospedale della Santa Sede. La piccola, infatti, era affetta da miocardiopatia dilatativa ed è in lista di trapianto di cuore.
La bambina aveva già subito l’impianto di un cuore artificiale paracorporeo, che necessita l’ausilio di una consolle esterna collegata con cannule al torace del paziente, ed un episodio di emorragia cerebrale dal quale si sta lentamente riprendendo. La piccola è stata quindi, poi, assistita con un sistema temporaneo di assistenza cardiocircolatoria a causa di una infezione. A quel punto, la sola opzione terapeutica salvavita era rappresentata dal mini-cuore Infant Jarvik 2015, unica pompa intratoracica con alimentazione tramite un cavo addominale. Poi la piccola è stata estubata dopo 10 giorni. Oggi, le condizioni sono buone, e si è in attesa del trapianto cardiaco. Il dispositivo Infant Jarvik 2015 è stato sviluppato con i fondi del National Institute of Health (NIH) all’interno del programma statunitense PumpKIN (Pumps for Kids, Infants, and Neonates). Scopo del programma era quello di mettere a punto il primo dispositivo miniaturizzato di assistenza ventricolare per i bambini più piccoli, in attesa di trapianto a causa di anomalie cardiache congenite o insufficienze cardiache .