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Un occhio su infanzia e adolescenza: esperti a confronto in consiglio regionale.

Un Convegno davvero notevole quello organizzato lo scorso 19 Novembre 2018, voluto dal garante dell’infanzia e dell’adolescenza della regione Campania, il dott. Giuseppe Scialla, in occasione della giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e adolescenza, in cui si è trattato di tali temi analizzandone varie sfaccettature. L’incontro dal titolo Minori: figli nostri e degli altri. Progettare, educare, ascoltare e vigilare: un impegno comune”, notevole per diversi aspetti: per aver aperto il discorso su un tema complesso e poliedrico. Si sono riunite insieme persone che a diverso titolo se ne occupano. Notevole infine per l’atmosfera di grande interesse, curiosità e collaborazione che ha saputo creare. L’incontro si è tenuto in consiglio regionale a Napoli

Si è parlato per condividere le conoscenze riguardo l’educazione e le problematiche dell’infanzia e adolescenza, che ci pongono davanti ad interrogativi, dubbi ma anche ansie che emergono dalla difficoltà spesso di rispondere alle nuove difficoltà emergenti.

La giornata è stata pensata come una occasione di incontro in cui riflette analiticamente sulle attuali condizioni dei “nostri figli e dei nostri adolescenti”, per condividere uno spazio di reciproca conoscenza. Forse anche per creare una rete di riferimento e di sostegno.

Tra i relatori sono intervenuti: il garante dell’infanzia e dell’adolescenza il professor Giuseppe Scialla, la dottoressa Chiara Marciani, assessore regionale per la formazione in Campania, il dottor Pietro Avallone, presidente del tribunale dei minori di Salerno, la presidente della commissione delle pari opportunità, la dottoressa Natalia Sanna, il dott. Gianluca Guida direttore dell’istituto pensale di Nisida, l’On. Antonella Ciaramella, l’On Maria Ricchiuti e l’On. Sandra Zampa. Sono altresì intervenuti referenti di enti quali: CNOAS Campania, C.I.S.M.A.I., A.I.Me.F. e C.N.C.M. e il garante dei detenuti il prof. Samuele Ciambriello.

Il confronto con la realtà pone gli esperti e le famiglie nella difficile condizione di non riuscire sempre a dare risposte adeguate alle necessità, dei nostri ragazzi, dei nostri bambini nati in un contesto ipertecnologico. In una società in cui le immagini sono più forti della parola e dove spesso il loro vissuto scorre attraverso le nuove tecnologie. Certo tali situazioni ci obbligano a guardare e lasciarci interrogare di fronte alla necessità di adeguare gli interventi e il metodo educativo. In un epoca in cui gli adolescenti si avvicinano sempre più alla criminalità, perché i modelli di riferimento vivono anch’essi situazioni di disagio, o per l’incapacità di chi educa di essere un valido modello di riferimento. << Centrale è il ruolo della famiglia alla quale le istituzioni dovrebbero dedicare maggiore attenzione e maggiore cura>>, come ci ricordava l’On. Ciaramella.

Il dott. Guida, invece ha analizzato il rapporto minori e criminalità.<< I giovani criminali oggi sono sempre più giovani che vengono da contesti di disagio e che sempre più spesso finiscono per essere a loro volta modelli di riferimento negativi, e che non riescono ad emanciparsi da tale condizione>>. La dottoressa Sandra Zampa ci ha invece profondamente colpito analizzando un’originale sfaccettatura del tema, ancora troppo trascurata e che oggi invece richiederebbe maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Si, si parla ancora poco dei minori stranieri non accompagnati, nonostante sia un gruppo sociale emergente e per cui sono ancora pochi i servizi e gli strumenti messi in campo, talvolta non idonei, in un percorso di crescita, educazione ed integrazione, e necessari ad evitare fenomeni di dispersione, criminalità o sfruttamento. La complessità della legge e talvolta la sua stessa contraddittorietà, sembrano a momenti creare degli ulteriori impedimenti al comprendere ciò che si deve e si può fare per loro. Si avverte la necessità di individuare una modalità vera ed efficace per stare con i “nostri figli”, affiancandoli nel periodo in cui sono in cammino con noi. Ma come?

Ciambriello: <<sicuramente attraverso l’azione di rete delle istituzioni, senza comportarsi come se si fosse ad un semaforo rosso, quindi solo come momento di repressione e controllo, come spesso capita per timore. Ecco allora che i nostri figli diventano anche figli degli altri, figli di una rete che ha la responsabilità di educare, ascoltare e vigilare su di essi. Insomma liberare i minori per renderli adulti responsabili.>> ha insistito inoltre sull’impegno delle istituzioni per i minori che evadono l’obbligo scolastico e cadono nelle forme più varie della criminalità

Gli operatori che lavorano con l’infanzia e l’adolescenza si trovano a combattere con la limitatezza o inadeguatezza delle proprie possibilità di comprensione e di aiuto. Così un lavoro di rete renderebbe possibile superare tale limite.

Cruciale è esercitare una reale funzione di ASCOLTO, delle famiglie, ma soprattutto dei nostri minori, e per il quale spesso non si ha tempo, ma essi hanno diritto al tempo e all’ascolto, un ascolto che deve farsi vicinanza. Ma quanto è possibile per noi avvicinarci e comprendere tutto ciò?

Abbiamo sentito quanto sia delicato il lavoro in questo ambito e quanto la sensibilità umana si intrecci con le competenze tecniche e professionali. E’ difficile stabilire una reale comunicazione con richiedente, operatori e istituzioni d’ambito, ma è emotivamente faticoso tollerare il peso della responsabilità di decisioni che orienteranno in modo decisivo la vita di un altro essere umano.

Mi ha sorpreso il fatto che tutti i relatori hanno portato un vissuto comune: l’impossibilità di partecipare singolarmente fino in fondo a ciò che sono, vivono e stanno vivendo i minori e le loro famiglie. Ma è emersa la voglia di fare, d’incontrare le loro esigenze e attraverso un lavoro di rete, avere una visione e azione complessiva.

È perciò necessario che la Regione, insieme alle altre istituzioni e agli operatori dell’educazione si adeguino e si attrezzino affinché ci sia maggiore attenzione verso tali problematiche che riguardano i minori campani, dei quali purtroppo la statistica ci restituisce ancora dati allarmanti che dovrebbero farci riflettere, quali: un tasso di scolarizzazione ancora basso e per quanto riguarda la salute, un tasso d’obesità infantile tra i più alti in Europa.

Piera Vanacore

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