Tremila migranti, 380 dipendenti, più centinaia di persone tra volontari, militari e forze dell’ordine. E’ un piccolo paese nella Piana di Catania il Centro accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Mineo, il più grande d’Europa, che in un giorno di assolata estate siciliana, col termometro che segna 48 gradi, sembra essere un colorato villaggio turistico, nelle villette a schiera, che fino a pochi anni fa ospitava i marines degli Stati Uniti, sono accesi i climatizzatori. Ma ci sono anche locali comuni pieni: le strutture adibite a scuola, per esempio, 42 classi che impegnano 1.650 studenti con un obiettivo principale: imparare l’italiano.
Lezioni cinque giorni su sette. Nella struttura ci sono persone che hanno perso genitori, figli, amici. Storie struggenti di un dolore che il tempo non riesce a lenire. Cercano di aiutarli gli psicologi che lavorano nella struttura, dove sono nati anche tanti bambini. In 88 tra un giorno di vita e 5 anni sono ospiti della zona ‘mamma’. Di fronte in un ufficio ci sono i legali del centro che spiegano diritti e doveri ai migranti. Il più difficile da far capire, rivelano, “è la proprietà privata, concetto giuridico che nei loro Paesi non esiste”. Accanto si istruiscono le pratiche per le richieste di concessione dei visti per lo status di rifugiato. La gente in fila all’ombra attende il turno di essere sentita dalla commissione. Le richieste respinte possono essere appellate, e il Cara mette a disposizione legali esterni alla struttura per seguire le pratiche.
Per i migranti c’è anche la possibilità di redigere curriculum per essere inseriti nel mondo del lavoro: “Abbiamo avuto anche grandi professionisti – dice una delle vice direttrici del Cara, Ivana Galanti – adesso la maggior parte sono artigiani, braccianti, muratori”. Il direttore ed ex commissario del Cara, si esprime così :”Il nostro obiettivo è di fare accoglienza e di puntare tutto sull’umanità e sul contatto con il territorio. La percezione della sicurezza nei centri vicini è aumentata, c’è una grande sinergia. Il modello Cara messo in campo dal governo dal punto del servizio funziona, ed è un esempio di uno Stato, quello Italiano, che sta dimostrando al mondo un impegno fuori dal comune, capace di salvare e accogliere vite umane con una solidarietà che si trova in pochi Paesi al mondo”.
Uno dei locali maggiormente frequentato è il bazar, dove si può comprare il necessario. Ogni migrante ha una card sulla quale vengono accreditati tutti i giorni 2 euro e 50 centesimi, che si possono spendere soltanto lì.