Una delegazione di una quindicina di migranti e rifugiati africani, accompagnati dall’Associazione 3 febbraio, da rappresentanti delle ACLI ed altre associazioni, sono stati ricevuti giovedì 9 luglio dal Prefetto vicario di Napoli, per un franco confronto sulle loro aspettative e condizioni di vita negli hotel e nelle strutture in cui sono temporaneamente ospitati. Facevano parte di un corteo numeroso e vivace che, sfidando il caldo, aveva sfilato la mattina per le strade di Napoli al grido “Libertà, pace, accoglienza, umanità, permesso di soggiorno”. Risaltava nei bianchi lenzuoli esibiti a grandi caratteri la richiesta “Documenti” per ottenere un riconoscimento e condizioni di libertà. Erano presenti delegazioni da oltre 15 strutture di accoglienza di Napoli e Provincia, che hanno portato ciascuna con franchezza al tavolo le condizioni problematiche che vivono e le richieste di miglioramento secondo il loro statuto di rifugiati. Dal mancato pagamento negli ultimi tre mesi del ticket-money previsto di 75 euro (per mancanza di risorse da parte della Prefettura), alla difficoltà di cure mediche, alla scarsa qualità del cibo, all’affollamento nelle stanze, alla presenza di mediatori culturali non corrispondente alle convenzioni, alla mancata somministrazione da parte dei gestori delle strutture del contratto di accoglienza, all’imposizione talora da parte di proprietari di hotel di lavoro nelle loro strutture e così via. Sono state altresì denunciate minacce da parte di un’operatrice della Croce Rossa a rifugiati ospitati nell’hotel S.Giorgio, rei di aver fatto entrare il 6 luglio scorso, associazioni e giornalisti per documentare la situazione. E’ uno sguardo sulle irregolarità consumate anche nell’accoglienza di migranti e rifugiati nel nostro territorio, cioè sulla illegalità da parte di associazioni ed organizzazioni della cosiddetta “società civile” nell’erogazione , secundum legem, di prestazioni di assistenza per convenienze di singoli ed associazioni.
Si è convenuto così, con la Prefettura, di procedere ad incontri periodici per valutare le condizioni abitative e di vita nei singoli hotel e per mettere fine a condizioni non umane, per persone provate da persecuzioni e viaggi ella speranza. Il Tavolo in Prefettura, ha costituito un primo risultato di una mobilitazione di migranti da parte di un gruppo di Associazioni con assemblee, dopo il corteo del 20 giugno scorso, in occasione della giornata del Rifugiato, con la verifica asistemerà ai giornalisti delle condizioni di vita nell’hotel S. Giorgio e che proseguirà nelle altre strutture, per portare denunce documentate in Prefettura. Da parte del Prefetto vicario è stata messa in risalto, oltre alla difficoltà dell’accoglienza in Provincia di circa 2000 migranti, la costante opera di vigilanza nelle varie strutture per verificarne la conformità alle norme e convenzioni, ricorrendo al potere sanzionatorio quando necessario anche con chiusura di strutture.
Rimane fuori dal tavolo, la richiesta fondamentale del permesso di soggiorno per motivi umanitari, data la lenta applicazione delle procedure per il riconoscimento dello statuto di rifugiato, che non è nelle competenze della Prefettura ma del Ministero dell’interno.